Aldo Mucci, ”le mie battaglie, il Nobel Dario Fo, l’attrice Franca Rame e Andrea Camilleri”

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“Il mondo non è tutto rosa e fiori, a volte è misero e sporco e per quanto forte tu possa essere se glielo permetti ti mette in ginocchio e ti lascia lì, per sempre”.

Lo scrive Aldo Mucci che continua: “La vera svolta della mia vita è arrivata quando, il presidente delI’ITALKALI , Miniere di Salgemma siciliane, mi trasferì, (gli sarò sempre grato) da Petralia Soprana- Palermo – a Agrigento.  Il lavoro, è stato un mio maestro di vita, mi ha dato la possibilità di conoscere le persone, la povertà e la ricchezza, la tolleranza e la intolleranza, l’onestà e la disonestà; uomini e donne con le loro problematiche, con le loro difficoltà ed anche i conflitti nei vari ambiti della loro esistenza. Non bastava fare le otto ore di lavoro, tornare a casa e l’indomani ricominciare, bisognava fare di più. Bisognava immergersi, vestire i panni di chi il lavoro non ce l’ha, chi rischia di perderlo, a chi non ha tutela, a chi spera di avere presto un lavoro che gli consenta con dignità di provvedere a sé stesso, alla sua famiglia, alle persone cui è legato, ai propri figli. Se ti senti addosso questo, allora puoi cominciare.

La “battaglia” per i  minatori è stata la più eclatante, quella che mi ha forgiato. La “follia” di legarmi sotto il Parlamento romano, si è rivelata importante, ho conosciuto personalità che mi hanno aiutato tanto. Dalla grande  Franca Rame a Dario Fo Nobel per la Letteratura, ai Deputati, di ogni colore politico. Altra grande “battaglia” fu quella dei lavoratori “pulizie” delle scuole, sfruttati dalle cooperative per oltre venti anni. Anche li, tra minacce personali e incontri politici, riuscimmo a superare la grande vertenza. Una “battaglia” significativa , si rivelò quella del posizionamento di  barriere frangiflutti  alla Scala dei Turchi di Realmonte. Scrissi sul Giornale la Sicilia che era come sporcare un quadro di Claude Monet con dell’inchiostro. Ci sentimmo con lo scrittore Andrea Camilleri, pronto a battersi per evitare quello scempio. Qualche acciacco ha soltanto reso più accidentato il cammino, mi ha rallentato e soprattutto ha forgiato il mio carattere. Ma, se continuo a lottare, non è solo merito della mia ostinazione o testardaggine. Col tempo – conclude Mucci – ho iniziato a percepire costantemente di aver incontrato delle persone che hanno avuto fiducia in me e che mi hanno aiutato a crescere. 

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