Con la diffusione della pandemia, il nostro Paese ha attraversato un periodo che resterà indelebile nelle nostre menti. Ricorderemo quei lunghi anni sicuramente per le tragedie, per le sofferenze, per il senso di chiusura agli altri, per le paure. Sono trascorsi tre anni dalla diffusione del Covid. Avere la capacità di pensare al passato ci aiuta a imparare e pianificare nel migliore dei modi il futuro. Le Istituzioni scolastiche, dal Ministro al Sottosegretario,ai Dirigenti nazionali e regionali, hanno il dovere di interrogarsi su quello che è stata la pandemia nelle scuole. Ripercorro brevemente – per chi l’avesse dimenticato – alcune date “storiche”. Il 31 dicembre 2019, la Cina comunicava la diffusione di polmoniti atipiche di origine virale. A distanza di giorni,i ricercatori cinesi tirano fuori l’identità del virus. Il 20 gennaio 2020 si scopre che il virus si trasmette da persona a persona. Inizia il primo lockdown della storia dell’uomo. A febbraio 2020 i primi casi in Italia. A marzo 2020 l’OMS dichiara la pandemia. Nello stesso mese iniziano le prime sperimentazioni dei vaccini. A fine ottobre 2020 inizia la seconda ondata di covid. A metà dicembre 2020 si approva il primo vaccino contro il covid 19. In quegli anni, la scuola subisce gli effetti dell’isolamento ed il crollo di tutte le certezze. L’emergenza ha sbattuto violentemente in faccia tutte le preoccupazioni e l’isolamento. L’Istituzione Scuola doveva comunque vivere, combattere le incertezze. A dare forza a chi spaventato apriva i cancelli dell’istruzione,della cultura,del sociale ci hanno pensato loro, i ragazzi del contingente covid. Un contingente appassionato e coraggioso. Terminata la pandemia i “guerrieri” del contingente covid sono diventati cavalieri erranti di una Istituzione che li considera alla stessa stregua dei personaggi di romanzi cavallereschi. Cavalieri che hanno vissuto in un mondo scolastico tragicamente reale, non certamente fantastico come quello narrato dallo scrittore Cervantes, autore del romanzo “Don Chisciotte”. In questo “scontro” con la pandemia, i lavoratori non hanno perso due denti come il “Cavaliere dalla Trista Figura “ contro i mulini a vento; hanno perso il lavoro, la dignità lavorativa. Una dignità che andremo a riprenderci -conclude Mucci del direttivo nazionale scuola.
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