Aldo Mucci (SGS), “il disastro della scuola ha radici antiche, le responsabilità dei sindacati”

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Il  nostro “sistema scolastico” ha vissuto anni di disastri totali, gestiti da ministri che non hanno certamente aiutato una scuola già sofferente.  Dal ministro Fioramonti alla Gelmini – il mondo della scuola la ricorda per il dimensionamento e la reintroduzione, a partire dall’anno 2009, del maestro unico nella scuola primaria, in sostituzione del precedente sistema con tre insegnanti per ogni due classi, di grande valore didattico. Una scelta, la cui ragione puramente finanziaria, non sfugge a nessuno – passando per il Prof. Bianchi, “l’azzeratore” “Secondo il ministro dell’Istruzione la pandemia era  finita: per questo motivo l’organico Covid nella scuola andava tagliato, senza dimenticare  Francesco Profumo, che ricordiamo anche per il tentativo andato a vuoto di aumentare l’orario di cattedra dei docenti; e poi le accademiche Carrozza e Giannini; laFedeli e Marco Bussetti. In questa “grande famiglia” del sistema scolastico italiano, sono parte integrante, con ruoli importanti “colossi sindacali”, fortezze a garanzia di tutti i lavoratori della scuola con milioni di iscritti e centinaia di accordi sindacali sottoscritti nella sede di viale Trastevere. Una “gestione” delle criticità del mondo educativo che ad oggi – visibile a tutti – risulta essere assolutamente poco incisiva se non fallimentare. Grandi colossi i quali non hanno mai proposto vere riforme strutturali in un mondo scolastico “opaco e vecchio”. Lo dimostrano i fatti, accompagnati dai vari dibatti TV salottieri dove per l’occasione si infervorano, per poi quietarsi a telecamere spente scambiandosi poi una stretta di mano, un sorriso ed un invito a cena. Dibattiti tv  che tendono a concentrarsi sugli insegnanti, trascurando il ruolo essenziale del personale ATA, degli Assistenti Tecnici e Amministrativi, i “fantasmi” della scuola, figure fondamentali della macchina scolastica, senza la quale le scuole non potrebbero operare. La carenza di organico, aggravata dai tagli attuati nel corso degli anni, e l’aumento delle responsabilità  – vedi CCNL appena sottoscritto – senza un corrispettivo aumento di stipendi, stanno mettendo a dura prova la capacità operativa delle scuole.  Imperterriti, hanno firmato di tutto, qualsiasi proposta ministeriale, – basta fare una piccola ricerca per rintracciare gli accordi sottoscritti con i “vecchi” ministri dell’istruzione – In questa lunga storia di diritti, emerge la poca incisività di queste O.S. nel difendere i diritti dei lavoratori. Si è perso definitivamente l’ascolto dei lavoratori, frustrati dalla mancanza di lavoro. Lavoratori in attesa di emergere da un sistema di (numeri, graduatorie, percentuali ecc) che li avvinghiano da anni ad un sistema di reclutamento da rivedere. Qualcuno del mondo sindacale sostiene che le problematiche del sistema scolastico italiano non derivano dall’azione dei sindacati, ma piuttosto dalla mancanza di investimenti da parte della politica. Mancanza di investimenti da parte della politica? Se non si riesce a chiedere ed ottenere soldi per gli investimenti, se non si sono mai battuti i pugni sui tavoli, ci chiediamo quale ruolo ha oggi il sindacato e soprattutto quale futuro per la scuola. I giornali sono pieni di “appelli” sindacali ai ministri che si sono succeduti nel tempo. Bastava e basta una nota da inviare, un appello da fare tramite i media per dire poi ai lavoratori : “noi ci siamo”. Nel frattempo il tempo, inesorabile, invecchia la scuola e con lei i lavoratori.

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