La nostra Costituzione è la più bella del mondo ma in pochi la conoscono. La Costituzione italiana, pilastro centrale del nostro ordinamento giuridico- istituzionale, per molti giovani e non, desta meno interesse della classifica della loro squadra del cuore. Un quadro desolante emerso chiaramente da un sondaggio realizzato da Quorum/Youtrend per Sky tg24. A decorrere dall’anno scolastico 2024/2025, il MIM ha adottato le Linee guida per l’insegnamento dell’educazione civica. Le Linee guida individuano traguardi di sviluppo delle competenze e obiettivi di apprendimento per il primo e per il secondo ciclo di istruzione, fornendo, altresì, azioni di sensibilizzazione alla cittadinanza responsabile per la scuola dell’infanzia.Le linee guida hanno come stella polare la Costituzione italiana, che non è solo norma cardine del nostro ordinamento ma anche riferimento prioritario per identificare valori, diritti e doveri che costituiscono il nostro patrimonio democratico, alimento prezioso e insostituibile di una società imperniata sulla persona. In tal senso, le nuove linee guida “promuovono l’educazione al rispetto di ogni persona e dei suoi diritti fondamentali valorizzando principi quali la responsabilità individuale e la solidarietà, l’eguaglianza nel godimento dei diritti e nella soggezione ai doveri, la libertà e la consapevolezza di appartenere ad una comunità nazionale definita patria dai Costituenti”. Come scrisse Piero Calamandrei giurista, scrittore e uomo politico, artefice della Costituzione repubblicana: “La Costituzione non è una macchina che una volta messa in moto va avanti da sé. La Costituzione è un pezzo di carta, la lascio cadere e non si muove. Perché si muova bisogna ogni giorno rimetterci dentro il combustibile. Bisogna metterci dentro l’impegno, lo spirito, la volontà di mantenere queste promesse, la propria responsabilità”. Da quest’anno l’educazione civica si riaffaccia nelle scuole come materia obbligatoria. Si è colmato un vuoto lungo un trentennio all’interno della pubblica istruzione. Un lungo periodo durante il quale questo insegnamento si è trasformato in un fantasma rimesso alla buona volontà del docente di turno, che in ogni caso vi dedicava pochissime ore di lezione, conclude Mucci.
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