Da ieri sera è in corso sull’Etna il 17esimo spettacolare di parossismo, iniziato intorno alle 17.30 del 31 marzo, con esplosioni ed emissioni di sabbia dal cratere di Sud Est ed intensificatosi nelle ore successive, con straordinarie fontane di lava e fortissimi boati.
La spettacolare attività stromboliana è gradualmente passata a fontane di lava al Cratere di Sud-Est a partire dalle 23. Stavolta l’eruzione ha assunto fisionomicamente maggiore spettacolarità, in quanto contestualmente, da poco dopo la mezzanotte, si osserva un trabocco lavico dall’orlo orientale del cratere di SE che si espande nella parte alta della Valle del Bove, mentre prosegue l’attività effusiva dalla bocca attiva alla base meridionale del cratere di Sud-Est.
Questa bocca produce una debole attività esplosiva e continua ad alimentare il flusso lavico, che si riversa nel settore occidentale della Valle del Bove. Questa ennesima eruzione dell’Etna è costantemente monitorata dall’Osservatorio etneo dell’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia, che sta effettuando un superlavoro, acquisendo notevole materiale scientifico molto utile per lo studio della fenomenologia vulcanica dell’Etna, che si pone sempre più come laboratorio scientifico mondiale.
Per quanto riguarda la temutissima caduta della sabbia, prodotta dal vulcano, che ha messo in ginocchio oltre quaranta Comuni pedemontani, stavolta, non vengono segnalati particolari disagi. Infatti, in base al modello previsionale, la nube di polvere, che ha raggiunto un’altezza di circa 7000 metri, si disperde in direzione Sud-Sud Ovest.
“L’andamento temporale dell’ampiezza del tremore vulcanico evidenzia un continuo aumento dei valori che hanno raggiunto livelli molto alti. Il centroide delle sorgenti del tremore vulcanico è localizzato in corrispondenza del Cratere di SE ad una elevazione compresa tra 2500 e 2800 m sul livello del mare”.