Davanti alla Corte di Assise presieduta da Wilma Angela Mazzara, i testimoni convocati dal pubblico ministero, che videro Gaetano Rampello, 57 anni, poliziotto in servizio presso la questura di Catania, sparare a suo figlio Vincenzo Gabriele, in Piazza Progresso a Raffadali, in provincia di Agrigento. L’uomo fu poi arrestato il 1 febbraio dopo aver confessato l’omicidio, avvenuto con l’arma di servizio e a seguito di presunte e continue richieste di denaro da parte del giovane vittima – per come dice l’imputato – di problemi psichici.
In aula Vincenzo La Porta, figlio di un commercialista di Raffadali – il primo a chiamare i carabinieri dopo aver assistito all’omicidio – ha dichiarato di aver sentito gli spari, aver aperto la finestra e aver visto il giovane riverso a terra con del sangue accanto e un uomo incappucciato poco distante che si allontanava.
È stata ascoltata anche Carmelina Margutti, impiegata in una banca, che ha dichiarato di aver sentito gli spari, di essersi affacciata e di aver visto un uomo che sparava ad un altro, confermando così di aver assistito all’omicidio.
Nell’udienza precedente era stata ascoltata la mamma della vittima – che insieme allo zio e alla nonna del ragazzo si è costituita parte civile – dichiarando che i problemi psichici e l’aggressività del figlio non erano così accentuati.
La prossima udienza si terrà il 21 ottobre