Aveva finto di trovare un bimbo avvolto in un plaid vicino ad un cassonetti, aveva chiamato la Polizia, che era intervenuta e aveva soccorso il bimbo. Oggi la Polizia dopo le indagini chiarisce che l’uomo – adesso ai domiciliari – che aveva finto di trovare il bimbo è in realtà suo padre. L’uomo, 59 anni, è indagato per abbandono di minore.
Gli investigatori della Squadra Mobile hanno ascoltato l’uomo che aveva trovato il bimbo che affermava di aver notato, dinanzi la sua macelleria, un sacchetto di plastica e di essersi avvicinato per rimuoverlo credendo che contenesse spazzatura ma udendo dei gemiti aveva poi scoperto il neonato. L’uomo avrebbe chiesto aiuto a un’amica che, arrivata sul luogo del ritrovamento, decise insieme a lui di avvisare le forze dell’ordine.
I poliziotti, invece, attraverso ulteriori indagini hanno scoperto che l’uomo, legato sentimentalmente ad una donna di 41 anni, la sera del 4 novembre scorso, e’ stato chiamato da lei, a Modica, e ha scoperto che la compagna aveva appena partorito. La donna – dicono gli investigatori – aveva chiesto all’uomo di lasciare il bambino in ospedale, lui invece decise di metterlo in un sacchetto di plastica e trasportarlo fino a Ragusa, inscenando il ritrovamento. Grazie all’ intervento della Polizia e di un’ambulanza il piccolo è stato portato in ospedale e posto subito in terapia intensiva.
Due settimane fa, il bimbo è stato affidato ad una famiglia per un anno, in attesa di una possibile adozione. Subito dopo l’arrivo del piccolo, si era scatenata una gara di solidarietà e numerosi doni sono arrivati in ospedale. Sono stati consegnati tutti al tutore e, di conseguenza, alla nuova famiglia. A Ragusa, è stato anche aperto un conto corrente intestato al piccolo: il bambino potrà utilizzarlo solo dopo il compimento dei 18 anni. Il neonato avrebbe potuto essere affidato in maniera diversa, senza nessun rischio per la sua vita: a Vittoria (Rg) esiste una “cullina per la vita”, un luogo dove è possibile lasciare i neonati senza essere visti e riconosciuti realizzato nel 2016 dal Rotary Club locale in un edificio limitrofo all’ospedale Guzzardi. La “cullina” e’ collegata ad un appartamento in uso alle suore del Sacro Cuore che in caso di abbandono di un bimbo possono essere avvisate con una suoneria. Analogo allarme scatta anche nel reparto di pediatria dell’ospedale. “Finora non e’ mai stata utilizzata – spiega Giuseppe Notararigo, presidente del Rotary di Vittoria nel 20016 – E’ nata nel rispetto delle situazioni diverse che le donne si trovano a vivere e che spesso sono costrette ad affrontare momenti drammatici. La cullina è termoriscaldata. Lasciare li’ il neonato non riconosciuto non costituisce un reato, in quanto si applica la normativa del “parto in anonimato” che assicura a tutte le donne di partorire assistite, garantisce l’anonimato e consente alla madre di lasciare il bambino nell’ospedale dove e’ nato per essere adottato”.