“Il Movimento 5 Stelle all’Ars accoglie e fa proprio l’allarme lanciato dagli operatori e dagli esperti dei Beni Culturali, nonché delle associazioni ambientaliste. La tutela, la conservazione e la valorizzazione dei nostri beni culturali, non possono essere minacciate da un disegno di legge che stravolge norme regionali e il codice dei beni culturali. Il disegno di legge presentato all’Ars che prevede anche il depauperamento delle soprintendenze, metterebbe a rischio il patrimonio artistico secolare della nostra regione”.
A dichiararlo sono i deputati regionali del Movimento 5 Stelle componenti della Commissione Cultura all’Ars Roberta Schillaci, Nuccio Di Paola, Ketty Damante e Giovanni Di Caro a proposito progetto legislativo di riforma dei beni culturali in Sicilia, presentato da deputati di diverso schieramento all’Ars.
“Per noi – spiegano i deputati – si tratta di un progetto di legge irricevibile e che andrebbe rivisto totalmente. Il ddl presentato in commissione Cultura infatti prevede anche il passaggio di competenze ai Comuni per quanto riguarda i vincoli paesaggistici e già questo sarebbe un disastro perché significherebbe dare competenze ad Enti che di fatto non le hanno. un passaggio anticostituzionale perché andrebbe a tradire l’articolo 9 della nostra carta costituzionale. Oltretutto avrebbe la pretesa di recepire il Codice dell’Ambiente del 2004, un’operazione dalla dubbia legittimità perché nei fatti tale codice è attualmente vigente. La legge che vede come firmatari deputati di Italia Viva, PD e Forza Italia, potrebbe anche generare il caos in un settore, quale quello dei beni culturali che è già abbastanza fragile a causa del mancato turnover”.
“Quello che occorre realmente – sottolineano ancora i portavoce M5S all’Ars – è l’inserimento, attraverso nuovi concorsi, di personale altamente specializzato che da un lato garantirebbe il turnover e dall’altro contribuirebbe alla conservazione, tutela e valorizzazione dell’immenso patrimonio artistico e culturale della Sicilia. Si immettano in ruolo i catalogatori, figure preparate e fino ad oggi praticamente bistrattate.
Si ripensi, anche alla modifica del Ruolo Unico Dirigenza, per evitare che i Beni Culturali possano essere gestiti da dirigenti privi di competenze specifiche, in luogo di funzionari in organico che hanno già acquisito esperienza maturata negli anni. Noi siamo assolutamente favorevoli allo snellimento burocratico del settore, ma questo non si ottiene certamente demolendolo” – concludono i deputati.