Blitz “Mare aperto”: “Se in avaria buttateli a mare”

Condividi

Se ci fossero stati problemi, come un’avaria al motore, gli scafisti avrebbero potuto “sbarazzarsi dei migranti in alto mare”. Era l’indicazione data dagli organizzatori agli scafisti che partivano da Gela, o da Licata, per prendere migranti in Tunisia e portarli nell’isola. E’ quanto emerge da intercettazioni agli atti dell’inchiesta “Mare aperto” della Procura di Caltanissetta, scaturita dalle indagini della Squadra Mobile della Questura nissena, che ha sgominato una banda, eseguendo 18 misure cautelari per associazione per delinquere finalizzata al favoreggiamento dell’immigrazione clandestina.

Sono 11 tunisini e 7 italiani. Il Gip ha disposto il carcere per dodici di loro, e gli arresti domiciliari per gli altri sei. Fra i destinatari della misura cautelare della custodia in carcere, uno è stato individuato a Ferrara, grazie alla collaborazione della squadra mobile del luogo, uno era già in carcere per reati della stessa tipologia, uno, di origini tunisine, scarcerato da pochi giorni, era trattenuto presso il Cpr di Ponte Galeria, a Roma, in attesa di essere rimpatriato. Gli altri sono stati tutti individuati, otto a Caltanissetta e uno a Ragusa.

Nel corso dell’indagine è stato possibile ricostruire la presunta organizzazione di più viaggi organizzati dalla Tunisia alle coste italiane. Il 26 luglio 2020, in uno dei viaggi pianificati dagli indagati, un’imbarcazione sarebbe partita dal porto di Licata in direzione delle coste tunisine proprio al fine di prelevare il carico di esseri umani per condurli in Italia. Solo l’avaria di entrambi i motori ha impedito la conclusione del viaggio.

Notizie correlate

Leave a Comment