“Borgo Scala dei Turchi”, pretesi 12.420.000 euro

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La diatriba giudiziaria amministrativa sulla costruzione del “Borgo Scala dei Turchi” a Realmonte: la società Comaer cita per danni la Regione.

Il 26 luglio del 2018, il giudice per le udienze preliminari del Tribunale di Agrigento, Francesco Provenzano, a conclusione del giudizio abbreviato, ha inflitto quattro condanne per lottizzazione abusiva e violazione della normativa edilizia in riferimento alla costruzione del “Borgo Scala dei Turchi”, un villaggio residenziale a Scala dei Turchi. Nel dettaglio: 8 mesi di reclusione e 14mila euro di ammenda ciascuno a Gaetano Caristia, 76 anni, presidente della società siracusana Co.Ma.Er titolare del progetto, e a Sebastiano Comparato, 87 anni, legale rappresentante e socio maggioritario della stessa società.

E poi Antonino Terrana, 64 anni, dirigente della Soprintendenza ai Beni culturali di Agrigento, e Giovanni Francesco Barraco, 60 anni, direttore dei lavori, sono stati condannati a 4 mesi di reclusione e 4mila euro di ammenda ciascuno. Poi l’11 novembre del 2021 la Corte d’Appello ha ridotto le condanne da 8 mesi a 4 mesi ciascuno a Gaetano Caristia e a Sebastiano Comparato. Sono stati assolti Giovanni Francesco Barraco e Antonino Terrana. Ebbene, la Procura Generale ha presentato appello in Cassazione rivendicando la conferma della sentenza di primo grado. La Cassazione il 15 febbraio scorso ha annullato la sentenza d’Appello con rinvio ad altra sezione della Corte d’Appello.

Nel frattempo il treno della diatriba giudiziaria procede anche sul binario amministrativo. Infatti, prima il Tar e poi il Consiglio di Giustizia amministrativa hanno sentenziato che l’assessorato regionale a Territorio e Ambiente avrebbe dovuto valutare l’effettiva consistenza dell’interesse pubblico prima di annullare il piano di lottizzazione di proposto dalla società Comaer, perché si tratta di un’azione da motivare e quindi il relativo atto è nullo. A fronte di ciò la società Comaer adesso ha citato in giudizio per il risarcimento dei danni l’assessorato regionale a Territorio e Ambiente perché – denuncia – se non avesse annullato il piano di lottizzazione e la relativa concessione edilizia, l’investimento della società Comaer sarebbe stato compiuto e concluso sul piano imprenditoriale e non avrebbe condotto al fallimento della società. E la Comaer rivendica: 9.800.000 euro per lo stop al piano di lottizzazione annullato, poi 1.100.000 euro per la mancata commercializzazione di Casa Biondi, poi 900.000 euro per i lotti non edificati, e poi oltre 620.000 euro di spese tecniche e amministrative.

Angelo Ruoppolo (Teleacras)

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