“Borsellino”, altre bobine di Scarantino (video)

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Altri particolari dalle trascrizioni dei colloqui di Vincenzo Scarantino. La testimonianza dell’inizio della falsa collaborazione nell’ambito dell’inchiesta sulla strage di via D’Amelio.


Gli ex pubblici ministeri a Caltanissetta Annamaria Palma e Carmelo Petralia, adesso indagati dalla Procura di Messina per concorso in calunnia aggravata, sono stati citati a deporre il prossimo 13 dicembre innanzi al Tribunale di Caltanissetta che celebra il processo sul depistaggio delle indagini dopo la strage di via D’Amelio, a carico dei tre funzionari di Polizia, Mario Bo, Michele Ribaudo e Fabrizio Mattei, già componenti del pool, diretto dal defunto Arnaldo La Barbera, che indagò sull’attentato mortale a Paolo Borsellino, e che avrebbe costruito a tavolino il falso pentito Vincenzo Scarantino. Nel frattempo emergono altri particolari dalle 178 pagine di trascrizioni, appena depositate agli atti del processo, delle registrazioni di alcuni colloqui e interrogatori di Vincenzo Scarantino all’epoca del depistaggio. Le intercettazioni risalgono al periodo in cui il falso pentito è stato in Liguria, nella località protetta di San Bartolomeo al Mare, tra la fine del ’94 e il 95.

Dunque, Scarantino telefona in Questura e diverse volte tenta un contatto con uno dei poliziotti imputati, Mario Bo, il quale non gli avrebbe quasi mai risposto.

Nella trascrizione si legge: “Il dottore è fuori”, gli rispondono dalla sua segreteria. Scarantino chiede a che ora lo potrà trovare e il suo interlocutore gli risponde che “oggi è fuori” e precisa che ha capito con chi stava parlando domandando se deve riferire qualcosa. In una telefonata tra i due, registrata, Mario Bo chiede a Scarantino, che è agitato, cosa sia accaduto. Scarantino risponde che vuole tornare in carcere perché non se la sente più. Mario Bo gli chiede testualmente: “Siamo sempre ai soliti, no?”, e gli domanda se ha parlato con l’avvocato. Scarantino conferma di avere parlato con l’avvocato al quale ha chiesto di riferire la sua scelta ai magistrati, così come sta chiedendo al dottor Bo di comunicarla al dottor La Barbera. Il dottor Mario Bo gli chiede se è per i soliti motivi che gli ha detto o se c’è altro ma Scarantino non specifica. Bo afferma che ne parlerà con La Barbera.

E poi vi sono i colloqui tra Vincenzo Scarantino e i suoi familiari, in particolare con il cognato. Nella trascrizione dei Carabinieri si legge: Angelo Basile, fratello della moglie, come la madre, esterna dubbi in merito alla scelta di collaborare presa dal cognato il quale, a suo parere, avrebbe ricevuto pressioni in merito. Scarantino invece nega dicendo che la sua scelta non è stata dettata né dalla detenzione di Pianosa né da eventuali pressioni.

E poi vi sono le trascrizioni delle conversazioni in carcere a Pianosa, dove Scarantino è stato per un anno fino al 15 luglio 1994, con la moglie, Rosalia Basile. E alla moglie così si è rivolto: “Non ce la faccio più a Pianosa. O mi impicco, oppure inizio a collaborare con i magistrati”. E in una trascrizione si legge: Vincenzo Scarantino dice alla moglie che ha parlato con i giudici in merito a degli omicidi e fa dei nomi incomprensibili. Rosalia Basile riferisce che lui è veramente impazzito e che ha sentito le notizie della televisione. Lui le chiede se vuole parlare con i poliziotti e con i magistrati, ricevendo una risposta negativa. In un altro colloquio tra moglie e marito, Rosalia Basile dice a Vincenzo Scarantino: “Perché ti rispettano? Perché vogliono il loro scopo” e Scarantino chiede “se vogliono il loro scopo cosa, Ro’…”. La donna cerca di essere più chiara affermando: “Vogliono raggiungere il loro scopo, vogliono sapere cose che tu… non lo so… boh”. E Scarantino: “Cose che io non so?” e la moglie ribatte: “Che tu non sai”. A quel punto Scarantino si alza e abbraccia la moglie bisbigliandole all’orecchio e poi le dice a voce più alta: “I bambini cresceranno con tanta dignità, con tanta educazione”. Da lì a poco Scarantino decise di collaborare con la giustizia. Infatti, salutando la moglie le dice: “Preparati tutto il necessario, sono stato chiaro? Verranno a prelevarti con i bambini alle due o tre di notte, sarà presente anche una poliziotta bionda”. E così sarebbe iniziata la falsa collaborazione.

Angelo Ruoppolo (Teleacras)

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