Di Danila Bonsangue.
Ancora caos al Pronto Soccorso dell’ospedale Sant’Elia di Caltanissetta. I cittadini continuano a segnalare e a raccontare le loro storie. Ecco cosa ci racconta una Nissena: “ Mi prendo cura, in amicizia, di un’ anziana signora 80enne che non ha nessun familiare. Sabato scorso si sente male e in ambulanza viene portata al Pronto Soccorso. Provo a chiamare di sera intorno alle 20 per avere sue notizie. Il telefono della signora è irraggiungibile allora chiamo l’ospedale ma nessuno risponde. Preoccupata, nonostante la pioggia, prendo l’auto e vado direttamente al Sant’Elia. Arrivo intorno alle 20 e 20 e in portineria nessuno mi chiede green Pass o misura temperatura. Vado dalla Guardia giurata che mi dice che dopo le 20 i medici non rispondono più a telefono. Preoccupata aspetto di vedere qualcuno. Esce un’infermiera e le spiego la situazione chiedendole di dire( per rassicurarla) alla signora che sono fuori e chiedendo come sta. L’infermiera entra e non esce più. Aspetto ancora, poi noto la porta aperta ed entro e vedo la signora anziana, in corridoio, seduta su una rigida sedia di ferro da oltre tre ore che mi dice che non ha fatto nessuna analisi e che non ha bevuto. Voglio prenderle l’acqua ma mi vedono e mi invitano ad uscire. Così vado via. Il giorno dopo, domenica, provo nuovamente a telefonare alla mia amica ma il telefono è sempre irraggiungibile, quindi penso che forse l’hanno ricoverata. Chiamo nuovamente l’ospedale e nessuno risponde. Vado quindi di nuovo al Sant’Elia, questa volta in portineria mi misurano la temperatura. Dopo un’ora di attesa esce un’infermiera che mi dice che il medico vuole parlarmi. Mi viene detto che posso riportare l’anziana a casa e quali analisi farle fare. Entro e la trovo sempre lì, sulla sedia rigida e mi dice che ha passato così la notte, che non le hanno dato nemmeno una coperta e si è riscaldata con la vestaglia. La porto via e mi chiedo se non mi fossi interessata io, sarebbe rimasta sola ancora? “