Carceri Sicilia, il Garante siciliano dei diritti dei detenuti replica a Nicosia

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Il Garante siciliano dei diritti dei detenuti, Giovanni Fiandaca, ha risposto alla lettera sulla situazione carceraria in Sicilia che Antonello Nicosia, direttore dell’Osservatorio internazionale per i diritti umani, come pubblicato ieri, ha inviato al presidente della Regione, Nello Musumeci, chiedendogli un incontro urgente. Anche il testo integrale della lettera di Fiandaca, come della lettera di Nicosia, è pubblicato sul sito internet di Teleacras.com. In sintesi, Giovanni Fiandaca afferma: Chi riveste un incarico pubblico sa di essere esposto a critiche, e queste devono essere accolte specie quando sono fondate e perseguono un intento costruttivo. Ma questo non è il caso della lettera divulgata attraverso la stampa dal dottor Antonello Nicosia, con la quale vengono segnalate al Presidente della Regione Musumeci criticità presenti nella situazione carceraria siciliana, e ne vengono attribuite le cause anche ad un presunto inefficace funzionamento dell’Ufficio del Garante regionale dei diritti dei detenuti. In realtà, il dottor Nicosia ha mostrato un atteggiamento polemico nei confronti dell’Ufficio del Garante anche in precedenti occasioni, e ciò sempre sulla base di giudizi superficiali e di valutazioni non supportate da una effettiva conoscenza delle attività realmente svolte da tale Ufficio e puntualmente documentate nelle relazioni annuali indirizzate all’Assemblea Regionale Siciliana”.

Ecco la lettera di Fiandaca:

OGGETTO: risposta al dott. Antonino Nicosia .

Al Presidente della Regione
On. Sebastiano Musumeci
Palazzo d’Orleans
Piazza Indipendenza, 21
90129 Palermo

Dott. Antonino Nicosia
osservatoriointernazionaledu@gmail.com

Chi riveste un incarico pubblico sa di essere esposto a critiche, e queste devono essere
accolte specie quando sono fondate e perseguono un intento costruttivo. Ma questo non è il caso
della lettera divulgata attraverso la stampa dal dott. Antonino Nicosia, con la quale vengono
segnalate al Presidente della Regione Musumeci criticità presenti nella situazione carceraria
siciliana, e ne vengono attribuite le cause anche ad un presunto inefficace funzionamento
dell’Ufficio del Garante regionale dei diritti dei detenuti.
In realtà, il predetto dott. Nicosia ha mostrato un atteggiamento polemico nei confronti
dell’Ufficio del Garante anche in precedenti occasioni, e ciò sempre sulla base di giudizi
superficiali e di valutazioni non supportate da una effettiva conoscenza delle attività realmente
svolte da tale Ufficio e puntualmente documentate nelle relazioni annuali indirizzate
all’Assemblea Regionale Siciliana. Piuttosto che sollevare critiche ingiustificatamente offensive,
il dott. Nicosia farebbe bene a documentarsi recandosi presso l’Ufficio del Garante e constatando
di persona la quantità e la qualità di lavoro che vi si svolge.
Se il dott. Nicosia avesse reale conoscenza della situazione delle carceri in Sicilia, si
renderebbe conto che le criticità cui egli allude sono state più volte segnalate agli organi istituzionali competenti, a cominciare dal DAP, da parte sia dei direttori degli istituti di pena
interessati, sia di questo Garante. Ma purtroppo, a causa di una cronica insufficienza di risorse
economiche destinate al mondo carcerario, nonché dei noti tempi lunghi della burocrazia, non
pochi interventi migliorativi si attendono da anni. E, d’altra parte, non si può dire che a
migliorare la situazione complessiva abbiano sinora dato un contributo rilevante le visite alle
carceri che il dott. Nicosia asserisce d’aver compiuto insieme ad un parlamentare nazionale,
enfatizzandone la valenza di toccasana di ogni problema!
Il punto decisivo non è costituito dalla quantità giornaliera di eventuale presenza del
Garante nei ventitré istituti penitenziari siciliani per adulti (cui vanno aggiunti i quattro minorili),
dislocati nelle diverse province. Anche se il Garante girasse come una trottola percorrendo in
lungo e in largo la Sicilia tutti i giorni, non per questo verrebbero a soluzione i nodi della vita
carceraria, che hanno una genesi pluricausale e che ben trascendono – come il dott. Nicosia
dovrebbe ben sapere – i limitati poteri normativamente attribuiti ai Garanti territoriali: si tratta
infatti non già di poteri di disposizione, bensì soltanto di poteri di segnalazione e sollecitazione
da esercitare nei confronti o degli organi amministrativi direttamente competenti in materia
carceraria, o delle autorità politico-istituzionali regionali a vario titolo interpellabili in vista della
tutela dei diritti fondamentali dei soggetti reclusi.
Considerata la appassionata ipersensibilità del dott. Nicosia per i problemi e le esigenze
dell’universo carcerario, non può non sorprendere, infine, il fatto che egli non manifesti alcuna
preoccupazione per la riscrittura normativa dell’istituto del Garante che, su iniziativa del
Movimento Cinque Stelle, è stata votata all’ARS appena qualche giorno fa, precisamente il 19
giugno: si tratta infatti di una riforma che, se fosse definitivamente varata ed entrasse in vigore,
depotenzierebbe a monte l’efficacia dell’Ufficio del Garante e, per di più, ne accentuerebbe il
collegamento con le contingenti maggioranze politico-governative, così minacciandone
l’autonomia e indipendenza di istituzione di garanzia.
Inviterei, pertanto, il dott. Nicosia a documentarsi adeguatamente anche in merito a
questa brutta riforma; e, quanto ai rilievi offensivi contenuti nella sua precitata lettera, mi riservo
in ogni caso di adire le competenti autorità giudiziarie.

Giovanni Fiandaca

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