Sono oltre 200 i giornalisti in casa Rai che ormai da anni aspettano la definitiva stabilizzazione, dopo anni e anni di precariato.
Tra questi non sfugge il nome di Carmelo Lazzaro, storico conduttore e redattore di Teleacras il quale da dieci anni è stato capace di dimostrare ai vertici della tv di Stato che di stoffa ne ha abbastanza.
Lo conosco da oltre un ventennio; amico e collega di tante “battaglie” (a 360°…) non ho mai visto cambiare in lui la verve, lo spirito, la professionalità; che sia una tv locale o che sia la Rai.
Carmelo sa lavorare bene e dal primo giorno che ha intrapreso questa attività ha sempre dimostrato di possedere le doti per portare avanti un lavoro così difficile come il nostro. Tra l’altro, Carmelo, non ha mai aspettato che passasse per la sua via il treno della vita; molti lo hanno aspettato e ci sono saliti catapultandosi dentro, pur, spesse volte, non avendo il biglietto.
Carmelo no; Carmelo ha avuto pazienza e tanta fiducia nelle sue possibilità. Non ha mai aspettato il politico di turno, né altre scorciatoie pur di raggiungere un obiettivo. Carmelo ha sempre fatto tutto da solo, mettendo sopra i tavoli la propria professionalità, che tante volte (ma non sempre..) paga.
Ovviamente come accade nella vita non sono mancati momenti di difficoltà. Ed io, con qualche annetto in più di lui, gli dicevo una frase storica: “Carmè, taliami nell’occhi, andiamo avanti…” E lui come un treno (con tanto di biglietto…) andava avanti.
Con la scusa degli auguri ho approfittato per fare due chiacchiere con lui.
Carmelo, innanzitutto che sapore ha questo obiettivo?
“Sapore gradevolissimo che condivido innanzitutto con i colleghi giornalisti che, insieme a me, vedono finalmente concretizzarsi gli sforzi di tanti anni di lavoro giornalistico continuo in Rai. Mi reputo molto fortunato perché ho la possibilità di svolgere il mestiere che amo sin da ragazzino e di farlo nella più grande azienda editoriale d’Europa. Finalmente giunge a compimento una lunga trattativa per il “giusto contratto giornalistico” portata avanti con grande determinazione e tenacia dall’Usigrai, il sindacato dei giornalisti Rai. Grazie, ovviamente, ai vertici dell’azienda ed al consiglio d’amministrazione, che hanno dato l’ok alla positiva conclusione dell’iter. Ma un pensiero – consentimi – in questo momento va agli altri colleghi che, mi auguro prestissimo, potranno anche loro centrare l’obiettivo tanto atteso”.
Da un decennio, oramai, lavori in Rai. Che anni sono stati?
“Anni importanti, bellissimi, di svolta professionale. Come si può intuire, arrivando a Roma da Agrigento avevo messo dentro il mio “bagaglio” tanti sogni, desideri, propositi ma anche incertezze. E’ stato un nuovo inizio dopo 18 anni di lavoro a Teleacras. Giorno dopo giorno, a Radio1 ho avuto l’opportunità di conoscere e confrontarmi con colleghi e tecnici di provata esperienza e grande umanità. Da loro ho ricevuto consigli, ho anche imparato tanto, ed ho maturato belle esperienze umane oltre che professionali. Non sono mancati i sacrifici, le nottate di lavoro, ma quando gli sforzi sono ripagati dall’affetto degli ascoltatori e dai risultati tutto il resto passa in secondo piano”.
Tutto inizia da Agrigento…
“Agrigento è la mia città. La mia terra amatissima. Il cuore è sempre lì. Ad Agrigento sono nato e cresciuto, mi sono formato professionalmente. Da bambino a Radio Concordia: non avevo più sette anni e ricordo che leggevo gli indovinelli in un programma per bambini. Poi, da giovanissimo, a Radio Vela le prime radiocronache sportive che mi hanno consentito di approdare nel 1995 a Teleacras. Qui 18 anni di lavoro intenso ed emozionante nei quali ho fatto di tutto come accade quando lavori in emittenti private. E, a proposito di Teleacras, il mio grazie lo rivolgo al compianto editore Giovanni Miccichè che ha creduto in me sin dal primo giorno. Tante esperienze e bei ricordi anche con te, caro Lelio. Tu mi conosci davvero da sempre. Contestualmente, la collaborazione con il Giornale di Sicilia: grazie ad Alfonso Bugea che mi ha preso per mano fino a consentirmi di diventare giornalista professionista”.
Quali le esperienze più belle di questi anni a Radio Rai1?
“Tante. Sicuramente il servizio di “battesimo” a Radio Rai1 nel programma di informazione religiosa “Oggi2000” dedicato a don Franco Montenegro, Arcivescovo di Agrigento che aveva iniziato da poco il ministero episcopale nella nostra città. Un’altra data scolpita nella mente è il 13 marzo 2013, quando Sandro Capitani, mi volle in studio con lui per co-condurre la puntata de “Le notte di Radio1” dedicata all’elezione di Papa Francesco. E poi, come non ricordare negli ultimi anni le esperienze a “Tra poco in edicola” con Stefano Mensurati. In questi anni abbiamo raccontato tanti eventi di cronaca nazionale e internazionale, politica, fino alla pandemia coronavirus che dalla fine di febbraio occupa le prime pagine dei giornali e del nostro programma. Grazie al programma “I viaggi di Radio1” ho avuto l’opportunità di conoscere tantissime interessanti realtà e persone del nostro Paese”.
Adesso cosa vedi nel tuo futuro professionale?
“Intanto, aspetto di firmare il contratto giornalistico. Un passo alla volta. Il mio presente è Radio Rai1 e sono concentrato sull’attività che svolgo da anni: il lavoro nella redazione di “Tra poco in edicola”, la rassegna stampa notturna condotta da Stefano Mensurati; “I viaggi di Radio1 e “Top Car” condotti da Sandro Marini. Ma permettimi di ricordare le precedenti esperienze: ho iniziato nel 2010 nell’informazione religiosa di Radio1, con il programma della domenica mattina dal titolo “Oggi2000”, curato dall’allora vice direttore del Gr Filippo Anastasi. Poi due anni intensi con il programma di attualità e approfondimento giornalistico “La notte di Radio1” con Sandro Capitani. Desidero ringraziarli tutti per le belle opportunità e per quanto mi hanno insegnato in questi anni di lavoro. Nel mio futuro professionale desidero soprattutto tanta sana informazione”.
Carmelo, a chi dedichi questo significativo passo in avanti nella tua carriera di giornalista?
“Innanzitutto ai miei genitori, Lillo e Lia, che mi hanno messo al mondo. Li ringrazio per avermi inculcato i sani valori e per avermi sostenuto in ogni momento. Insieme a loro il pensiero va al mio super fratello Alfonso, ai miei amici di sempre che grazie alle videochiamate è stato come averli accanto in ogni momento. Il mio grazie con dedica a quanti hanno fatto parte del mio cammino personale e professionale. Facendo i nomi corro il rischio di dimenticare qualcuno e non voglio assolutamente. Tutti sono stati importanti: chi ha avuto fiducia in me e chi non l’ha avuta. Una dedica speciale a tutti gli agrigentini ed ai siciliani che in questi giorni mi hanno letteralmente e piacevolmente travolto da telefonate e messaggi. Grazie, davvero, a tutti di cuore indistintamente”.
Vorrei dimostrare graficamente la gioia che provo in questo momento provo per Carmelo, orgoglioso del fatto che ho seguito i suoi passi sin dall’inizio. Purtroppo il grafico è così grande che non si può stampare!
Auguri amico mio di tante battaglie e complimenti!!!
Lo conosco, e lo ho sempre ammirato per la sua professionalità e signorilità.