Contro i costi esorbitanti di Ita e il presunto “cartello” tra le compagnie: da giugno i collegamenti da e verso la Sicilia gestiti da Aeroitalia. L’intervento di Schifani.
Il presidente della Regione, Renato Schifani, rilancia il terzo vettore per ovviare, o quanto meno attenuare, il caro – voli da e verso la Sicilia insorto nell’autunno scorso, resosi intollerabile durante il periodo natalizio, e adesso ancora attuale e irrisolto nell’approssimarsi delle vacanze pasquali. I vertici della compagnia di bandiera “Ita” hanno risposto ad una recente lettera di Schifani assicurando costi ridotti ma non per tutti i viaggiatori, e comunque adeguandosi alle logiche di mercato. In particolare sarebbero stati esclusi dalle agevolazioni i turisti, quando invece la Sicilia è, e sarà ancora la prossima estate, una delle mete di vacanza privilegiate da italiani e stranieri. Basti considerare il traguardo dei 10 milioni di passeggeri tagliato nel 2022 dall’aeroporto di Catania. Sono ancora pendenti il ricorso all’Antitrust e l’esposto alla Guardia di Finanza firmati dal Codacons, ed a cui si è associato il governo regionale, contro il presunto “cartello” praticato dagli attuali vettori, ovvero un accordo sotto traccia tra le compagnie per mantenere e rendere ancora più redditizi i biglietti senza l’intralcio della concorrenza. Ebbene, ecco allora il terzo vettore, l’asso nella manica di Schifani, che annuncia: “La nostra battaglia contro il caro-voli va avanti. Dal primo giugno partiranno i collegamenti da Catania e Palermo verso Milano e Roma gestiti da Aeroitalia, che ha già venduto 3-4 mila biglietti a tariffe eque. Finalmente ci sarà un terzo vettore che rompe il cartello che ho denunciato all’Antitrust. È inconcepibile che una società a capitale pubblico come Ita, ricapitalizzata dallo Stato e dunque dai cittadini per 700 milioni di euro a copertura delle perdite accumulate, tre giorni fa mi abbia risposto dicendomi che devono obbedire alle logiche di mercato. Se pensano che far pagare a un siciliano 400 euro per raggiungere Roma stia in una logica di mercato si sbagliano. Se tariffe così elevate devono servire a recuperare errori strategici che hanno portato a buchi di bilancio, noi non ci stiamo. Non possono essere i siciliani a pagare gli errori di chi ha amministrato la compagnia in passato”. E poi il governatore aggiunge: “Da parte di Ita ho registrato un margine di disponibilità, aumenteranno il numero dei voli ad aprile, ma non basta. Noi andremo avanti in una battaglia di civiltà per garantire principi costituzionali come la libertà di movimento. Abbiamo il diritto-dovere di pretenderla, per far tornare i nostri ragazzi che studiano fuori, fare arrivare i turisti e accrescere il nostro Prodotto interno lordo. Su questo siamo impegnati quotidianamente”.
Giuliana Miccichè