Non è il primo di aprile e nemmeno la festa di carnevale. E’ il dato drammatico che è emerso dopo che la piattaforma informatica istituita dalla Regione Siciliana per sfornare i numeri giornalieri sui casi Covid 19 dall’inizio della pandemia ha sempre cozzato con i numeri forniti dell’Istituto Superiore della Sanità.
Si passa così dagli 805 casi segnalati in Sicilia ad un più veritiero 185; l’incremento impercettibile è “solo” del 500%.
Scoperto l’inverosimile errore una nota di Palazzo d’Orleans recita testualmente: “Dall’inizio dell’emergenza la Sicilia, attenendosi scrupolosamente alle linee guida ministeriali, oltre a trasmettere alla Protezione civile i dati provenienti dai laboratori, dagli ospedali e dai dipartimenti delle Asp, ha caricato i record su una piattaforma informatica predisposta dall’Istituto Superiore di Sanità. Adesso i due database sono stati incrociati e ne sono venute fuori “le progressive guarigioni cliniche di cittadini che sono stati singolarmente ricontrollati e dei tamponi. Il nuovo dato sarà trasmesso a Roma domani”.
Immediate le reazioni politiche contro il Governo Musumeci e l’assessorato regionale alla Sanità.
I deputati Lupo e Gucciardi del PD affermano che “a causa del conteggio sbagliato si è determinato un allarme evidentemente sovradimensionato che ha portato alla paralisi delle attività commerciali con provvedimenti drastici di chiusura che in Sicilia sono andati anche al di là di quelli indicati dal governo nazionale. Ma cosa ancora più grave è che l’intero sistema sanitario regionale è stato ‘tarato’ sull’emergenza Covid più di quanto fosse necessario: questo ha spostato intere strutture e risorse sanitarie sulla cura al Coronavirus, rinviando o congelando gli interventi ‘ordinari’ per patologie anche gravi. Così oggi ci troviamo con malati ‘non-Covid’ che non sono stati curati nel modo adeguato, con esami rinviati, diagnosi tardive, ospedali ‘dedicati’ e non ancora ‘riconvertiti’ con enorme dispendio di fondi pubblici, liste d’attesa ingolfate, e ci vorranno mesi per un ritorno alla normalità”.
Sulla vicenda è intervenuto il deputato regionale dei 5Stelle Giovanni Di caro che ha dichiarato: “Non vorrei si trattasse di un’operazione pianificata solo per alimentare paure e ottenere i “pieni poteri”.
Durante il lockdown in Sicilia abbiamo assistito ad una gara tra finti sceriffi. Tutto enfatizzato solo per riconquistare una credibilità perduta.
Oggi scopriamo che i dati dei contagiati erano gonfiati del 500%. Queste menzogne hanno giustificato qualsiasi cosa: riaperture di alcune attività in ritardo, chiusura domenicale degli esercizi commerciali, blocco della vendita a domicilio nei giorni festivi, centinaia di persone in attesa per traghettare in Sicilia e tanti altri abusi.
Ci sono stati siciliani che hanno perso il lavoro, che hanno chiuso definitivamente le loro attività e altre vicende ancora più gravi e disperate. Occorre una grande operazione verità su ciò che é accaduto durante i giorni di massima emergenza Covid. Musumeci e Razza vengano a riferire in ARS”!