Dopo l’annullamento con rinvio dell’ordinanza di risarcimento per Bruno Contrada, la quarta sezione penale della Cassazione ha depositato le motivazioni della sentenza dello scorso 21 gennaio. La Corte (accogliendo i ricorsi della Procura generale di Palermo e dell’Avvocatura dello Stato, per conto del ministero dell’Economia) ritiene che per attribuire l’indennizzo a Bruno Contrada – al quale inizialmente sono stati riconosciuti 667 mila euro per ingiusta detenzione – bisogna valutare, e motivare, l’eventuale sussistenza di dolo o colpa. Secondo la Suprema Corte, l’ordinanza della Corte d’Appello di Palermo si baserebbe su un ragionamento “insoddisfacente e contraddittorio”, e che non considera che “l’intera motivazione della decisione della Corte Europea dei diritti dell’uomo non influisce sulle fonti di prova”. La Cassazione rileva anche il superamento del tetto massimo del risarcimento, pari a 516mila euro.
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