Il giudice per le udienze preliminari del Tribunale di Catania, Nunzio Sarpietro, ha depositato le motivazioni per le quali, lo scorso maggio, ha prosciolto il leader della Lega, Matteo Salvini, nell’ambito dell’inchiesta sul caso “Gregoretti”. L’ex ministro dell’Interno è stato imputato di sequestro di persona allorchè nel luglio del 2019 avrebbe ritardato lo sbarco di 131 migranti dalla nave della Guardia costiera italiana, “Gregoretti”, nel porto di Augusta in provincia di Siracusa. Il giudice Sarpietro tra l’altro ha scritto: “La formula ‘il fatto non sussiste’ è stata adottata perchè l’imputato ha agito non contro legge bensì in aderenza alle previsioni normative dettate nel caso di specie. Allo stesso Salvini non può essere addebitata alcuna condotta finalizzata a sequestrare i migranti per un lasso di tempo giuridicamente apprezzabile. Esisteva all’epoca dei fatti una determinata e ferma linea politica del governo italiano in merito al fenomeno migratorio dalle coste nordafricane verso le coste italiane, condivisa chiaramente dalle due forze politiche che sostenevano il governo stesso, 5 Stelle e Lega, oltre che dal Presidente del Consiglio in carica, Conte. L’azione del ministro Salvini si è quindi snodata sotto una ben definita copertura politica e normativa, e non è stata certamente espressione di una mera iniziativa personale, del tutto slegata da accordi collegiali”.
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