A seguito della nota operazione Pandora, con Decreto del Presidente della Repubblica era stato disposto lo scioglimento del Consiglio comunale di San Cataldo per infiltrazioni mafiose, che aveva indotto il Ministero dell’interno a chiedere l’irrogazione, da parte del Tribunale civile di Caltanissetta, della sanzione della incandidabilità per un turno elettorale a carico di tutti i componenti della Giunta ormai disciolta.
Sia il Tribunale di Caltanissetta, sia la Corte d’appello di Caltanissetta, però, a seguito di un approfondito esame della corposa documentazione prodotta dagli interessati, difesi dagli avv.ti Girolamo Rubino e Massimiliano Valenza, aveva respinto la proposta formulata dal Ministero, chiarendo senza mezzi termini che non vi fu alcun condizionamento degli amministratori da parte di ambienti malavitosi.
Il Ministero dell’Interno ha proposto un ricorso in Cassazione avverso il provvedimento della Corte d’appello di Caltanissetta, riproponendo ancora una volta le sue tesi circa il condizionamento dell’Amministrazione comunale di San Cataldo.
L’ex Sindaco Modaffari, assistito ancora una volta dagli Avv.ti Girolamo Rubino e Massimiliano Valenza, ha notificato un controricorso in Cassazione sollevando ben sei eccezioni di carattere processuale.
In particolare i legali Girolamo Rubino e Massimiliano Valenza hanno eccepito il mancato deposito della documentazione volta a dimostrare la tempestività del ricorso in Cassazione, come previsto dalla legge.
Inoltre, è stata eccepita l’inammissibilità del ricorso per molteplici ed ulteriori profili, con cui si è messo in luce che il ricorso mirava alla riproposizione dei motivi di merito e dunque ad una nuova valutazione del materiale probatorio, che è esclusa in Cassazione.
Altresì, gli Avvocati Rubino e Valenza hanno eccepito l’infondatezza nel merito del ricorso proposto dal Ministero, evidenziando che anche alla luce della giurisprudenza della Corte Europea dei Diritto dell’Uomo la valutazione posta in essere dalla Corte d’Appello di Caltanissetta (ed anche dal Tribunale di Caltanissetta) è stata condotta correttamente, in considerazione del fatto che la giurisprudenza impone di analizzare la motivazione dei provvedimenti dell’Amministrazione punto per punto, e cioè tenendo conto di tutti i singoli aspetti che vengono in rilievo ai fini della valutazione della condotta del Sindaco e degli assessori.
Infine gli avv.ti Rubino e Valenza, hanno eccepito anche che tutte le contestazioni mosse nei confronti dell’operato dei dipendenti dell’Amministrazione non possono riverberarsi nei confronti del Sindaco e dei suoi assessori, che svolgono un mandato di natura politica, separato rispetto all’attività dei funzionari.
Pertanto, i giudici della Corte di Cassazione, all’esito della Camera di Consiglio tenutasi il 22/01/2021, con Sentenza n. 4501/2021, pubblicata in data 19/02/2021, hanno dichiarato improcedibile il ricorso proposto dal Ministero dell’Interno.
La Corte di Cassazione, rifacendosi a rilevante giurisprudenza, ha sostenuto che il ricorso proposto dal Ministero deve essere respinto in quanto non sarebbe stata prodotta la relata di notifica del provvedimento impugnato, così accogliendo una delle eccezioni processuali proposte dagli avv.ti Rubino e Valenza.
Peraltro, la Corte ha aggiunto che il ricorso proposto dal Ministero non può ritenersi procedibile neanche in applicazione della c.d. “prova di resistenza”, visto che la notifica del ricorso non si è perfezionata entro il termine di 60 giorni dalla pubblicazione della Sentenza.
Pertanto, per effetto della pronuncia, si chiude definitivamente tale complessa vicenda giudiziaria, rendendosi definitivo un importante accertamento circa la specchiata condotta degli ex amministratori del Comune di San Cataldo, che potranno ricandidarsi al prossimo turno elettorale.