Catania: celebra 10 Febbraio il giorno della memoria della “Tragedia delle Foibe”

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Una pagina triste e tragica della storia italiana che oggi molti Comuni d’Italia, tra cui Catania, commemorano con particolari iniziative, manifestazioni ed eventi per onorare la crudele morte, di più di trecentomila italiani che, durante la seconda guerra mondiale e a fine guerra, furono torturati ed uccisi dai partigiani di Tito e poi buttati nelle foibe, caverne verticali o pozzi tipici delle regione carsica usate come discariche.

A Catania , l’Assessorato alla cultura, ha dato vita ad un’iniziativa particolare il c.d. “Autobooks Librincircolo“ un autobus, al cui interno ospiterà il “Comitato Dieci Febbraio” e carico di libri sulle foibe che verranno donati alla libreria.

Questa mattina, Domenica 10 Febbraio, l’Autobooks Librincircolo sosterà dalle 10.00 alle 12.30 in piazza Università, proporrà “Storie e testimonianze dei sopravvissuti” con letture a cura della Fita (Federazione italiana teatro amatori). Il Coro e l’Orchestra Musicainsieme a Librino, diretti da Alessandra Toscano, offriranno momenti musicali con la partecipazione del violinista Simone Molino.”

Alle ore 18.00, il Sindaco Salvo Pogliese parteciperà a una breve commemorazione in ricordo delle vittime delle foibe. Così il Sindaco: “Celebrare la giornata del Ricordo  significa rivivere una grande tragedia italiana, di cui rimasero vittima migliaia di nostri connazionali solo perchè italiani. Una nefasta pagina, nazionale ed europea del secondo dopoguerra, fatta di persecuzioni e violenza per tanti, troppi anni, relegata nell’oblio della storia che va restituita alla memoria collettiva del nostro Paese.”

Ieri, il duro e lungo discorso del Presidente della Repubblica Sergio Mattarella sulla tragedia delle Foibe davanti agli esuli istriani, fiumani e dalmati, alla presenza dei presidenti della Camera, del Senato, del Consiglio e della Corte Costituzionale, di ministri e parlamentari che riportiamo integralmente.

” Celebrare la giornata del ricordo significa rivivere una grande tragedia italiana vissuta allo snodo del passaggio tra la II guerra mondiale e l’inizio della guerra fredda. Un capitolo buio della storia nazionale e internazionale, che causò lutti, sofferenza e spargimento di sangue innocente. Mentre, infatti, sul territorio italiano la conclusione del conflitto contro i nazifascisti sanciva la fine dell’oppressione e il graduale ritorno alla libertà e alla democrazia, un destino di ulteriore sofferenza attendeva gli Italiani nelle zone occupate dalle truppe jugoslave”.

“Non si trattò, come qualche storico negazionista o riduzionista ha provato a insinuare , di una ritorsione contro i torti del fascismo, o da parte di chi non conosce la storia, di aver occupato l’Istria: gli italiani erano da sempre residenti li. Perché tra le vittime italiane di un odio, comunque intollerabile, che era insieme ideologico, etnico e sociale, vi furono molte persone che nulla avevano a che fare con i fascisti e le loro persecuzioni. Impiegati, sacerdoti, insegnanti, militari, partigiani, “persino militanti comunisti”, furono gettati vivi o morti nelle Foibe ed eliminati nei campi di detenzione in quanto “ostacolo” al disegno di conquista territoriale e di egemonia del comunismo titoista, verso il quale gli Alleati mostravano “condiscendenza”, al punto che l’Occidente finì per guardare con un certo favore al regime del maresciallo Tito, calando, sugli orrori commessi contro gli italiani,  una “ingiustificabile cortina di silenzio”, e agli esuli fu precluso anche il conforto della memoria.”

“Solo dopo la caduta del muro di Berlino, il più vistoso, ma purtroppo non l’unico simbolo della divisione europea,  una paziente e coraggiosa opera di ricerca storiografica, non senza vani e inaccettabili tentativi di delegittimazione, ha fatto piena luce sulla tragedia delle foibe e del successivo esodo, restituendo questa pagina strappata alla storia e all’identità della nazione.”

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