C\’è stata un\’Italia con Berlusconi, da oggi ci sarà un\’Italia senza di lui

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Centinaia di articoli, di interviste, di servizi, di contributi.
Che a volerli vedere tutti, leggerli tutti ci vorrebbero giorni e giorni. Ad averne voglia, però.
Ho aspettato fino a sera per scrivere questo mio articolo, perché la strada della notizia era ingolfata dalla morte di Silvio Berlusconi, Mister B come ero solita chiamarlo quando scrivevo di lui. Ha monopolizzato la cronaca, i giornali, le tv da morto così come ha fatto da vivo negli ultimi trent\’anni.
Quando un mese fa, è apparso per l\’ultima volta sugli schermi, a tarda sera, ho avuto come l\’impressione che un po\’ farneticasse, che dicesse qualcosa che voleva assomigliare ad una sorta di addio, travestito da discorso formale. Era come se stesse già un po\’ \”al di là\”, come se già non fosse più l\’uomo di potere, ma l\’uomo comune in doppiopetto che si teneva stretto ai ricordi dell\’infanzia, cosa che si fa quando ci si vuole consolare.
Strano come la notizia della morte di Silvio Berlusconi, classe 1936, ci abbia colti tutti un po\’ alla sprovvista, anche se conoscevamo bene le sue condizioni di salute, perché diciamolo, apparteneva a quella categoria di personaggi pubblici che sembrano immortali, un po\’ come la Carrà, Costanzo, Piero Angela.
Ormai lo posso dire che non ho mai votato Berlusconi, perché il mio retaggio politico familiare mi ha sempre tenuta alla larga da quei meccanismi che virano a destra, ma ho sempre pensato che in politica non debbano mai esistere dei nemici (quelli li riserviamo alla vita di tutti i giorni) ma solo degli avversari, e Berlusconi è stato un avversario politico che ha fatto, ha vinto, ha modificato profondamente anche il modo di fare politica e non ci dimentichiamo che tutto ciò che ha fatto non lo ha fatto mai da solo. E la questione del conflitto di interessi – che sempre c\’è stata – sono stati gli altri, a non volerla risolvere una volta per tutte.
Il mio primo pensiero quando ho appreso la notizia, oltre a provare un dispiacere umano verso la persona (considerato che la morte anestetizza anche il male, lì dove vi fosse stato), ho pensato a chi resta, ai nuovi assetti politici che ci saranno, agli sciacalli che stanno studiando come prendere il suo posto, la sua eredità politica. Chissà cosa ne sarà della coalizione di governo ora che non c\’è più colui che li teneva tutti buoni, nei momenti difficili. Chissà cosa sarà di Forza Italia senza di lui.
Prendo le distanze dallo schifo che si sta consumando sui social, da chi esulta per la sua morte, da chi continua ad essere pieno di livore, forse perché è abituato a vivere così.
Che ci piaccia o no, grazie a Silvio Berlusconi ognuno di noi ha disegnato il proprio essere, i propri ideali. Insieme a quel suo fare, o in netta contrapposizione.
Un uomo sempre sotto i riflettori, eppure anche avvolto dalle ombre … ma mai nell\’ombra.
Ha messo in campo tutto quello che sapeva fare, e che faceva. L\’edilizia, il calcio, le tv commerciali, i gruppi editoriali, la politica, gli scandali, il conflitto di interesse, le condanne.
Le tv commerciali che all\’inizio non erano nazionali come oggi; le frequenze erano locali, ma lui ebbe la felice idea di mandare su tutte le frequenze, su tutte le tv locali gli stessi programmi contemporaneamente dando l\’idea di una tv nazionale. Ma poi nacque Fininvest, che divenne Mediaset, poi arrivò Banca Mediolanum, la politica e lo slogan \”Meno male che Silvio c\’è\”.
È stato un uomo di potere, per molti un idolo, poi il Cavaliere, il Presidente, e ancora i vari nomignoli, per ogni periodo della sua vita. Anche gli scandali ha indossato con stile come il suo famosissimo doppiopetto. La sua personalità, il suo atteggiamento nei confronti della vita è stato per gli italiani, un modo di capire come e quanto prendere le distanze.
Lo abbiamo valutato, giudicato, offeso, attaccato, esaltavo, condiviso, deriso, disprezzato. Eppure sotto sotto quel suo potere piaceva a molti, soprattutto a chi ha provato a fare le sue stesse cose senza però riuscirci nella stessa maniera.
Silvio Berlusconi è morto. Da tutto il mondo, sono arrivate le condoglianze non solo nei confronti della sua famiglia ma anche nei confronti di questo paese.
C\’è stata una Italia con Berlusconi e ora ci sarà una Italia senza di lui.
Tra critiche e obiezioni, ha sempre annunciato \”nuovi progetti\”, questa forse è stata la sua vera forza. Le sue amicizie sono state sempre opinabili, ma alla fine nessuno è mai stato come lui, nel bene o nel male. Attraverso l\’immaginario ha cambiato il paese, nel bene o nel male.
I suoi \”concetti\” saranno stati anche sbagliati, ma ha convinto tutte le persone che lo hanno votato, cambiando anche la mentalità degli italiani. Il 92% degli italiani con lui, i giudici contro di lui. Vantaggi e svantaggi e lui al centro, sempre in perfetto equilibrio, tra i big della politica.
Vittorie e sconfitte, processi, condanne e tante assoluzione.
Berlusconi era destinato a diventare tutto, e tutto è stato, anche una ossessione, fosse essa magnifica o maledetta.
Come saremo noi senza Berlusconi?
Lo scopriremo, forse. Ma oggi no.

 

 

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