Cgil: “AICA non paga gli stipendi, per quanto tempo? che fare?”

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I vertici della CGIL agrigentina si interrogano circa le responsabilità di chi ha incarichi di Governo regionale e, della neo società consortile Aica, che deve gestire il servizio idrico integrato in provincia di Agrigento e avanza qualche proposta.

Il Presidente della Regione Sicilia è in tour elettorale in provincia di Agrigento – scrive il segretario generale del Sindacato Alfonso Buscemi – nel mentre i cittadini della provincia rischiano la sete, pagano bollette carissime con un servizio insufficiente, si ritrovano strade allagate per la rottura continua delle reti idriche e della rete fognaria e circa 300 famiglie di lavoratori dipendenti del servizio idrico integrato, oltre a tutto l’indotto, sono senza stipendio. Avevamo denunciato nei mesi scorsi che senza un intervento della regione Sicilia che si facesse carico di anticipare a vario titolo una liquidità economica con urgenza avremmo patito la sete e non solo. Certo, i sindaci si sono intervenuti in ritardo; ma, quello che conta è che si sono assunti la responsabilità di dare voce ai cittadini di questa terra per fare subito una società consortile che gestisca in proprio il servizio. Bene! è  quello che a gran voce in tanti abbiamo chiesto. Però, non avendo loro la bacchetta magica necessitano di avere il tempo per mettere in fila tutte le azioni opportune per fare funzionare l’iniziativa, cominciando dalla disponibilità economica per pagare stipendi, bollette, fornitori, tasse e tutto quanto è necessario per far funzionare l’azienda. Certo è Aggiungono Franco Gangemi e Filippo Munda, segretari di categoria Fiom e Filctem – che tutto ciò non può essere fatto sulle spalle dei lavoratori a qualunque titolo dai dipendenti diretti a quelli delle piccole aziende. Nell’immediato, quindi, l’unica soluzione sarebbe stato l’intervento della regione. Invece, il Governo non ha saputo garantire l’emanazione di una legge regionale snella ed immediatamente applicabile, anche con la concessione di un prestito e ha vincolato tutto ciò al risico di deliberazioni consiliari che quasi certamente non arriveranno mai (ci sono dei precedenti). Per questa ragione il presidente Musumeci deve metterci la faccia in prima persona, assieme a tutta la Deputazione regionale e ai membri del governo agrigentini, i quali devono attivarsi da subito per l’unica soluzione possibile nell’immediato che è solo quella da noi prospettata. Per quanto ci riguarda, in concerto con le altre Organizzazioni Sindacali, siamo pronti a dichiarare lo stato di agitazione e, ove necessario, persino lo sciopero in tempi ravvicinati. Esortiamo i Sindaci – concludono i vertici della Cgil –  a fare tutto quanto è nelle loro competenze al fine di non prestare il fianco a quanti potrebbero avere interessi a fare fallire il tentativo di Aica ad una gestione in house e avere la scusa per rivolgersi ancora una volta al privato di cui abbiamo già avuto contezza dei danni che si possono perpetrare.

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