Anche in Sicilia due giornate di sciopero i prossimi 17 e 20 novembre lanciate da Cgil e Uil. Il perché della protesta e gli interventi di Lionti e Mannino.
La manovra finanziaria proposta dal governo Meloni, prossima all’esame in Parlamento e da parte della Commissione Europea, agita i sindacati anche in Sicilia. Gli esecutivi unitari di Cgil e Uil dell’isola si sono incontrati e ne hanno discusso. E hanno partorito la condivisione e il sostegno di due giornate di sciopero, il 17 e il 20 novembre, venerdì e lunedì. E sottolineano: “La legge di stabilità nazionale non guarda ai lavoratori, ai giovani, e per quanto riguarda le pensioni arriva perfino a peggiorare la legge Fornero cercando anche di fare cassa sui dipendenti pubblici”.
In termini più ampi la segretaria regionale della Uil, Luisella Lionti, aggiunge: “La Sicilia è messa all’angolo. Hanno tagliato le risorse del Piano nazionale di ripresa e resilienza ripartendo al Nord le risorse. C’è poi la grande beffa sulle pensioni, mentre non si fa niente per recuperare l’evasione fiscale, e neanche per il lavoro precario e per la sicurezza sul lavoro”. E dunque: il 17 novembre sono in programma gli scioperi di settore, tra pubblico impiego, scuola, trasporti e consorzi di bonifica, con manifestazioni innanzi alle Prefetture e ai luoghi di lavoro. Il 20 novembre si replica con lo sciopero generale e la manifestazione a carattere regionale che si svolgerà, a meno di altre scelte, ad Agrigento, tra le città più in difficoltà.
Nel frattempo fino al 20 novembre Cgil e Uil annunciano assemblee con i lavoratori e iniziative territoriali. E il segretario regionale della Cgil, Alfio Mannino, afferma: “La manovra del governo – unita a misure come l’autonomia differenziata e, in contraddizione, l’accentramento statale delle competenze sulle Zes (Zone economiche speciali) ampliate fino a coprire tutto il Mezzogiorno – penalizzano fortemente la Sicilia, e i siciliani devono acquisirne piena consapevolezza, reagendo con la protesta. Per questo metteremo in campo quante più iniziative di informazione possibile”. E a fronte di tutto ciò, i sindacati puntano il dito contro il governo Schifani, stigmatizzando il suo “silenzio e incondizionato assenso alle misure azzoppa-Sicilia, e la sua inadeguata azione su più fronti a partire da quello della sanità, con una sanità pubblica allo sfascio”.
E Lionti e Mannino, in conclusione, lanciano un appello alla partecipazione: “I siciliani hanno ragioni forti per scendere in piazza. Fare sentire la propria voce con lo sciopero è il metodo democratico che abbiamo per dire al governo Meloni e al governo Schifani che la realtà è diversa da quella che loro raccontano. E’ una realtà fatta di disagio sociale, povertà crescente, solitudine degli anziani e delle donne che non possono fruire, come del resto tutti, del diritto alla salute e a un welfare efficiente. A livello nazionale si è deciso per iniziative a scacchiera dal 17 novembre all’1 dicembre per segnalare la volontà di un percorso che si apre e che si chiuderà solo al raggiungimento dei risultati”.
Giuliana Miccichè