Il ruolo determinante nell’ambito dell’inchiesta sul sistema “Montante” riconosciuto dalla giudice Luparello nelle motivazioni alla sentenza di condanna. I dettagli.
Alfonso Cicero è parte civile al processo a carico di Antonello Montante anche perché sarebbe stato vittima dell’attività di “dossieraggio” da parte di Montante dal 2009 in poi. Lui, Cicero, funzionario della Regione Siciliana, è stato presidente dell’Irsap, l’Istituto regionale per lo sviluppo delle attività produttive, dal 2013 fino al 18 settembre del 2015 quando si è presentato spontaneamente al cospetto dei magistrati della Procura antimafia di Caltanissetta e ha denunciato il presunto “Sistema Montante”. Ecco perché Cicero, oltre che parte civile, è stato testimone chiave dell’istruttoria dibattimentale e poi del dibattimento al processo di primo grado, che si è concluso lo scorso 10 maggio con la condanna dell’ex presidente di ConfIndustria Sicilia a 14 anni di reclusione. Il giudizio è prossimo all’Appello, e, nel frattempo, la giudice Graziella Luparello, che ha condannato Montante, nelle motivazioni alla sentenza di condanna, appena depositate, riconosce il ruolo di Alfonso Cicero. E la sua difensore, l’avvocato Annalisa Petitto, commenta: “Tutti i fatti segnalati da Cicero agli inquirenti sono stati riscontrati dalle indagini e la sua credibilità è stata largamente acclarata in numerosi passi della sentenza del giudice che ne ha colto la sua lealtà, la sua genuinità ed il suo sincero e convinto proposito di contrasto a qualsiasi forma di potere criminale”. E infatti, la giudice Luparello, in riferimento a Cicero, nelle motivazioni della sentenza scrive: “Nelle parole di Cicero, in particolare, non è possibile riconoscere alcuna gratuita volontà di danno nei confronti di Montante, ma soltanto la ferma determinazione di ristabilire la verità sull’impegno antimafia, predicato ma non praticato dal medesimo Montante: un’antimafia in ossequio alla quale Cicero, quale presidente dell’Irsap, si era sovente sovraesposto, illudendosi che eguale sovraesposizione avrebbe accettato il suo apparente mentore, l’imprenditore di Serradifalco, Antonello Montante”. Quando il 17 settembre del 2015 Alfonso Cicero si dimise dalla presidenza dell’Irsap, scrisse una lettera all’allora presidente della Regione, Rosario Crocetta, e così gli si rivolse: “Le è stata resa ben nota l’estesa attività istituzionale da me posta in essere nelle aree industriali della Sicilia, e l’indispensabile azione contro i sistemi politico affaristico-mafiosi che, per anni, hanno gestito nell’ombra ed indisturbati ingenti interessi economici. E’ stata un’azione condotta, senza sosta, sacrificando famiglia, salute e tanto altro nell’esclusivo interesse della Regione Sicilia. Il Suo assordante silenzio, di questi anni, ha contribuito al mio isolamento, e la mia incolumità è stata più volte messa a rischio da plurime minacce di morte e gravissime azioni intimidatorie che hanno colpito, finanche, la mia famiglia e i miei più stretti collaboratori. E’ assai ambiguo che la ‘rivoluzione’, di cui si professa paladino, non Le abbia suscitato la necessità ed il dovere di palesare il Suo sostegno e la Sua vicinanza al sottoscritto, alla sua famiglia. Mai una telefonata, un cenno di interessamento”.