L’emergenza sanitaria di questi mesi ed il conseguente lockdown ha causato un generale aumento dei prezzi di generi alimentari, frutta, verdura, carni, prodotti per la pulizia della persona e della casa, abbigliamento. I dati l’Istat confermano decisamente tale tendenza.
Ad affermarlo sono i responsabili delle associazioni dei consumatori della provincia di Agrigento Pippo Spataro per Cittadinanzattiva e Manlio Cardella per l’ Unione Nazionale Consumatori che danno così voce alle proteste di cittadini, utenti e consumatori, giovani e meno giovani, che lamentano diffusamente un aumento del caro vita proprio ad avvio della fase 3 della pandemia, all’apertura di bar, rosticcerie, supermercati, rivendite di frutta e verdura, ristoranti e negozi i cui prezzi di tali esercizi sono aumentati di parecchio, rispetto ai normali prezzi applicati in questa stagione.
A tale fenomeno ha contribuito la irrefrenabile corsa alle scorte dovuta alla paura di rimanere con la dispensa vuota che sin dalle prime fasi del lockdown ha messo in crisi soprattutto le famiglie a basso reddito, per non parlare dei cassintegrati e disoccupati del tutto. Da colloqui telefonici con i cittadini e da indagini sommarie, continuano Spataro e Cardella, le lamentele si confermano assolutamente reali e fondate, seppur gli aumenti non sono estesi a tutte le attività. Abbiamo voluto capire e renderci conto del perchè di questi aumenti, consultando anche vari gestori, molti dei quali giustificano tale situazione poiché presi dall’affanno di recuperare il danno arrecato durante la fase del lockdown. Fortunatamente, non tutti gli esercenti hanno adottato tale politica di vendita. L’aumento dei prezzi non fa girare la moneta, non da certezza, non favorisce il commercio. Una cosa certa affermano, Cardella e Spataro, è l’aumento dei disoccupati, di imprenditori e liberi professionisti senza lavoro, di famiglie impoveritesi giorno dopo giorno che cercano davvero di sopravvivere. Sono a migliaia coloro che ancora non hanno ricevuto gli aiuti promessi, facendo davvero salti mortali e grandissimi sacrifici per portare continuare a vivere dignitosamente. Affiorano segnali preoccupanti anche in direzione del ricorso all’usura ed agli usurai.Le associazioni di categoria di commercianti ed esercenti dovrebbe consigliare ai propri associati di adottare politiche di richiamo ai consumi attraversano diffuse campagne di fidelizzazione con sconti e prezzi sempre più bassi capaci di far superare la persistente titubanza e paura della gente dovuta agli strascichi residui del corona virus. Esortiamo i sindaci e consigli comunali ad incontrare contestualmente, nei modi e nelle forme consentite, associazioni degli utenti e dei commercianti per un confronto di merito e proporre soluzioni in materia di ripresa economica, lavoro, consumi ed abbattimento tassazioni locali. Nel contempo auspichiamo che i sindaci predispongano per tramite della polizia annonaria adeguati e frequenti controlli in materia di prezzi su beni de servizi e prodotti di consumo in tutta la provincia.