E anche noi, pur non essendo maghi, ogni tanto indoviniamo. Da un po’ di tempo scriviamo in tutte le salse che il “principe della Legalità” Giuseppe Di Rosa, sceso in politica (nella sua isolata politica) ha scelto questa strada alla ricerca spasmodica di un posticino tranquillo, sottogoverno, assessorato. Insomma un posto apicale che il Di Rosa da anni insegue con questo o quel candidato sindaco per ottenere qualcosina in cambio.
Questa circostanza più volte gliela abbiamo sbattuta in faccia e lui, con grande tracotanza ha sempre negato.
E’ successo con l’ex sindaco Zambuto. Due mesi di portaborse, autista, aprisportello, camicie e cravatte fiammanti, vestito per il giuramento!!! Non si capisce perchè, ma quando arriva il momento di quagliare non se ne fa più nulla.
Il dietrofront di Zambuto gli è costato carissimo allo stesso ex primo cittadino. Di Rosa, con una onestà intellettuale stravagante, cominciò a registrare di nascosto tutte le conversazioni che faceva con l’ex on. Angelo la Russa, all’epoca dei fatti punto centrale della composizione della Giunta Zambuto. Lo chiamava, gli diceva che voleva parlargli e quando si ritrovavano faccia a faccia accendeva il registratore nascosto sotto la camicia e iniziava questo “nobilissimo” lavoro. Ovviamente quelle registrazioni permisero di far sventolare a Di Rosa che da li in poi sarebbe successo il finimondo.
Il mondo continua a girare, continua per la sua strada e quel finimondo urlato a tutti i venti sparì nel nulla.
Con l’attuale sindaco Franco Miccichè la stessa identica cosa, tranne le registrazioni sottobanco delle quali tutti sono a conoscenza e si guardano bene, ancora oggi, ad avvicinarsi più del dovuto al “Rappresentante della Legalità e Trasparenza” Giuseppe Di Rosa.
Anche con Miccichè, all’ultimo momento, non si fece nulla e Di Rosa è rimasto come sempre con il cerino acceso in mano. Niente assessorato, sottogoverni o quanto altro e da quel momento inizia una campagna scatenante contro sindaco e Giunta senza precedenti. Il tutto sotto gli occhi di tutti.
Lui, come detto, ha sempre negato che tutto ciò corrispondesse a verità. Però, un sospetto, due sospetti, tre sospetti. Insomma quanti sospetti occorrono per conclamare che Di Rosa ha la smania di fare quello che contesta all’universo mondo. Un posto e basta, senza se e senza ma. Del resto, chiedere posticini, assessorati o sottogoverni non è mica un reato! Così come chiedere soldi agli Enti. Sarà forse un reato solo per gli altri!!!!!
Dopo le dimissioni da coordinatore provinciale di Nord chiama Sud è giunta puntale la replica del coordinatore regionale Danilo Lo Giudice. Noi non commentiamo, ma leggete ed alla fine capirete tutto ciò che c’è da capire.
Buona lettura.
“Apprendiamo con curiosità – dichiara Lo Giudice – le dichiarazioni di Giuseppe Di Rosa, che lascia Sud Chiama Nord accusando il nostro movimento di fare “politica delle poltrone”. Ci dispiace doverlo contraddire, ma non possiamo fare a meno di osservare che Di Rosa è stato protagonista piuttosto della politica della ricerca di poltrone, senza ottenere i risultati che forse sperava.
Ricordiamo, infatti, che l’impegno profuso da Di Rosa non ha certo brillato per incisività: i risultati elettorali nella città e nella provincia di Agrigento sono stati tra i peggiori registrati dal nostro movimento alle ultime elezioni europee.
Di conseguenza, accogliamo con sollievo il suo passo indietro, anche se, a ben vedere, avrebbe dovuto farlo prima.
Sud Chiama Nord si distingue per la pratica della buona politica, quella che si realizza nei palazzi municipali e che si misura con la capacità di offrire risposte concrete ai bisogni delle comunità. Non ci accontentiamo di occupare spazi o mantenere posizioni di comodo: siamo abituati ad amministrare con responsabilità, a lavorare per il cambiamento e a costruire soluzioni. Non è nel nostro stile vegetare su posizioni di opposizione sterile, guidate solo da ideologie di convenienza, lontane dai problemi reali delle persone.
La nostra storia parla da sola. Lo dimostrano i risultati concreti ottenuti nelle comunità in cui Sud Chiama Nord è stata chiamata ad amministrare. Lo dimostrano i traguardi raggiunti per il territorio, come quelli inseriti nell’ultima legge finanziaria. Il resto sono solo parole, che non ci interessano.
Il 2025 segnerà un cambio di passo decisivo per il nostro movimento sui territori – conclude Lo Giudice -. È per questo che riteniamo utile che chi non condivide la nostra visione scelga di lasciare ora, evitando di farci perdere tempo prezioso”.