Il pubblico ministero Gaspare Bentivegna, a conclusione della requisitoria, ha chiesto dieci anni e quattro mesi di reclusione per Francesco Russo, 30 anni, di Joppolo Giancaxio, arrestato lo scorso 25 agosto per aver sparato a un compaesano 23enne al culmine di una lite. L’imputato, commerciante e titolare di un bar panificio nel corso principale del paese, è accusato di tentato omicidio, porto e detenzione illegale di arma clandestina e ricettazione.
Il processo è in corso di svolgimento, con il rito abbreviato, davanti il giudice per l’udienza preliminare del tribunale di Agrigento, Micaela Raimondo. La giovane vittima e i genitori si sono costituiti parte civile con l’assistenza degli avvocati Gianluca e Velio Sprio. Il 22 gennaio è in programma l’arringa del difensore dell’imputato, l’avvocato Santo Lucia.
Russo nelle settimane scorse, sottoposto ad interrogatorio, non ha risposto alle domande del giudice ma ha rilasciato dichiarazioni spontanee, ribadendo che non avrebbe avuto intenzione di uccidere il compaesano. Il trentenne ha dichiarato che la vittima in più occasioni negli ultimi mesi aveva denigrato il cugino e nell’ultimo episodio in ordine di tempo gli avrebbe rotto il telefono cellulare.
Inoltre secondo il suo racconto, avrebbe fatto fuoco senza prendere di fatto la mira. Il colpo esploso con il revolver calibro 44 clandestino prelevato da casa di una parente sarebbe partito quando l’arrestato aveva appena preso un calcio in faccia ed era senza occhiali, per lui indispensabile a causa di una forte miopia. “Senza lenti non ci vedo, ho visto una sagoma sfuocata e ho premuto il grilletto”, ha aggiunto.