Apprendiamo oggi che alcuni, pochi, organi di stampa agrigentina, hanno pubblicato la notizia del prossimo allestimento di alcuni nuovi reparti all’ospedale di Agrigento e della provincia. Bene, benissimo, anzi male.
E non male per gli organi di stampa che svolgono egregiamente il proprio lavoro, ma male, anzi malissimo, per l’intero ventaglio informativo agrigentino e quindi per l’intera opinione pubblica agrigentina a cui si rivolge (ripetiamo) l’intero ventaglio informativo agrigentino e non solo una minima parte di esso.
Perchè pensiamo male? Perchè “a pensare male si fa peccato, ma spesso ci si azzecca”, come ripeteva spesso Giulio Andreotti. La spiegazione è tutta in un legittimo e opportuno interrogativo. Il seguente: “L’Azienda sanitaria provinciale di Agrigento non ritiene che tali notizie siano meritevoli di essere diffuse a tutti gli organi di stampa agrigentini?
Altre volte, in altre occasioni, abbiamo constatato che la lista degli indirizzi e-mail dell’Azienda sanitaria provinciale di Agrigento comprende tutti, davvero tutti, gli organi di stampa che operano tra Agrigento e provincia. E allora, altro interrogativo, perchè non si ritiene utile, al fine della conoscenza pubblica dei progressi o regressi che siano della sanità agrigentina, informare con un comunicato stampa ufficiale tutta la stampa agrigentina?
Attenzione: per evitare equivoci precisiamo che l’Azienda sanitaria potrebbe inviare a tutti il comunicato stampa anche dopo che la notizia oggetto del comunicato stampa sia stata pubblicata in anteprima (grazie ad una legittima soffiata) da pochi organi di stampa. Lo accettiamo. Ognuno ha i suoi canali privilegiati e li sfrutta al momento giusto.
Poi però sarebbe testimonianza di accortezza da parte dell’Asp rendere edotti tutti i giornalisti con una comunicazione ufficiale a rimedio, che magari integri e arricchisca di particolari la notizia pubblicata in anteprima da poche testate.
Grazie per l’attenzione e, confidiamo, per la comprensione. Arrivederci alla prossima, anzi al “prossimo comunicato”.