La Corte d’Appello di Palermo ha condannato a 6 anni di reclusione l’ex senatore e sottosegretario agli Interni, Antonio D’Alì, imputato di concorso esterno alla mafia perché avrebbe contributo al sostegno e al rafforzamento di Cosa nostra, offrendo a disposizione dei boss le proprie risorse economiche, e, successivamente, il proprio ruolo istituzionale di senatore della Repubblica e di sottosegretario di Stato. E poi: il politico trapanese, fin dai primi anni ’90, avrebbe intrattenuto rapporti con le cosche e con esponenti di spicco dell’organizzazione mafiosa come il superlatitante Matteo Messina Denaro, Vincenzo Virga e Francesco Pace, cercando l’appoggio elettorale delle “famiglie”, e svolgendo un ruolo fondamentale nella gestione degli appalti per importanti opere pubbliche. Si tratta del secondo processo d’Appello dopo l’annullamento della sentenza di assoluzione con rinvio da parte della Cassazione.
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