Come si usa dire, “senza alcun rossore in faccia”, il Presidente di quella stessa Confindustria che da Palazzo d’Orleans faceva il brutto e il bruttissimo tempo, attacca a gamba tesa chi, con le proprie scelte amministrative sempre all’insegna della legalità e del rispetto delle regole, ha difeso il territorio da orribili speculazioni edilizie, pseudo-industriali e pseudo-innovative, favorendo quel turismo e quello sviluppo sostenibile che uniscono bellezza ed economia in Sicilia.
È stato grazie ai viticoltori siciliani riuniti che hanno protetto il territorio, che il vino siciliano oggi è considerato un’eccellenza ed un asse portante dell’economia. E’ grazie agli operatori delle Riserve naturali e a chi si impegna per tutelare il patrimonio storico se oggi milioni di turisti vengono in Sicilia. E’ anche grazie all’agricoltura di qualità se oggi la nostra Regione sta resistendo all’avanzata della desertificazione.
La CTS continua ad essere ingolfata da una pioggia di richieste di pareri e provvedimenti che mai e poi mai, tanto è evidente la loro inammissibilità, dovrebbero essere portate alla discussione, disallineati o del tutto sganciati dalle pianificazioni a monte previste dalla legge, che li renderebbero ammissibili, piani spesso del tutto assenti, come il Piano energetico e il PUDM per le spiagge.
Ma è legittimo avere il dubbio che proprio questo sia il vero obiettivo di una parte della burocrazia Regionale, che non fa il suo lavoro scaricando tutte le responsabilità alla CTS, e di quella Confindustria che ha perso il pelo di Montante ma non il vizio dell’insofferenza per le regole: delegittimare la CTS, impedirne il lavoro, avere quindi le mani libere per progetti più o meno inutili ma certamente remunerativi.