Ad Agrigento le prime sintomatologie del coronavirus non sono affatto legate allo stato di salute fisica della popolazione, bensì a quello mentale; si sta infatti assistendo a una vera e propria ondata di isteria collettiva, alimentata da un regime di terrorismo mediatico.
In questi giorni dilaga la disinformazione, sia tra i cittadini che tra gli organi competenti che,
trovandosi dinanzi una peculiare situazione, si sono fatti cogliere impreparati.
Assolvere ai propri doveri non consiste nel concedere alla popolazione una sorta di contentino applicando le più estreme norme di sicurezza laddove non sia stato certificato un rischio; non consiste neppure nell’attuazione di politiche che altro non fanno se non mettere in ginocchio l’economia delle varie realtà locali, così come dell’intera Nazione. Ci troviamo oggi dinanzi una situazione di certo critica, ma uno dei principali problemi consiste nel definire tali criticità: se da un lato la diffusione del corona virus è un problema reale, dall’altro non si possono ignorare le surreali conseguenze che sta producendo. Basti pensare ai veri e propri saccheggiamenti che hanno interessato supermercati e farmacie, le prime vittime dell’isteria collettiva che ha “contagiato” il paese in una misura oltraggiosamentesuperiore al virus stesso.
“Bisogna inoltre ricordare che tali atteggiamenti dettati dal panico, non fanno altro che alimentare il regime di speculazione adottato dagli stessi supermercati” asserisce il consigliere comunale Simone Gramaglia, che aggiunge:” E’ chiaro che stiamo oltrepassando, seppur inconsapevolmente, la soglia del buon senso”.
Ma non finisce qui, perché, come dicevamo, nel tentativo di assolvere ai propri compiti e
nell’intento di trasmettere un senso di sicurezza ai cittadini, non si sta facendo altro che accrescere la sensazione di trovarsi in uno “stato di emergenza” al quale, paradossalmente, non saremmo in grado di far fronte qualora si configurasse nelle misure teorizzate.
Non resta allora che rimetterci al buon senso delle amministrazioni, affinché non si prodighino nell’attuazione di misure al momento non necessarie, al fine di risparmiare le proprie risorse, in modo da poter far fronte a reali situazioni di emergenza, qualora si manifestino.