L’aggiornamento dei casi coronavirus in Sicilia. L’assessorato regionale alla Sanità ha stilato un piano per garantire la continuità dell’assistenza sanitaria. I dettagli.
Sono 83, e costantemente in aggiornamento, i casi di coronavirus in Sicilia. I nuovi campioni sono stati trasmessi all’Istituto superiore di sanità per le successive analisi. Il numero dei contagi è stato reso noto dalla presidenza della Regione Siciliana nel suo consueto bollettino, già trasmesso all’Unità di crisi nazionale. Dall’inizio dei controlli, i laboratori regionali di riferimento, ossia i Policlinici di Palermo e di Catania, hanno analizzato 1.194 tamponi, di cui 1.037 negativi: su altri 74 si è in attesa dei risultati. Risultano ricoverati 24 pazienti (nove a Palermo, sette a Catania, tre a Messina, uno a Caltanissetta, tre ad Agrigento e uno ad Enna) di cui uno in terapia intensiva, mentre 57 sono in isolamento domiciliare e 2 sono guariti.
Nel frattempo, a margine delle misure di contenimento dell’emergenza coronavirus, l’assessorato regionale alla Sanità, su input dell’assessore Ruggero Razza, ha stilato un piano per garantire ai cittadini la continuità dei servizi sanitari. Negli ospedali sono garantite le prestazioni ambulatoriali con classi di priorità U (urgenti) e B (brevi), e poi le prestazioni relative ai pazienti oncologici o ritenute indifferibili. Anche nell’ambito territoriale – sia pubblico che degli ambulatori specialistici accreditati – sono assicurate le prestazioni ambulatoriali, comprese le domiciliari, con classi di priorità U e B, poi quelle riservate ai pazienti oncologici e le attività ritenute indifferibili. A fronte di ciò lo stesso piano specifica che è tuttavia fondamentale che siano sempre assicurate le misure di contenimento del contagio e il rispetto delle distanze di sicurezza tra pazienti nelle sale d’aspetto, limitando anche il numero degli accompagnatori a una sola unità. Saranno eseguite inoltre le prestazioni riabilitative di natura indifferibile. In tali casi, prima di effettuare il trattamento programmato dovrà essere accertato che nell’ambito del nucleo familiare dell’assistito non vi siano soggetti rientrati dalle aree a rischio coronavirus o persone che presentino sintomatologia riconducibile all’infezione. In tal caso, il trattamento dovrà essere sospeso. Ed ancora inoltre, i Centri dialisi dovranno continuare ad erogare le prestazioni. Se un paziente dovesse risultare positivo al coronavirus, è previsto dal piano il trasferimento in strutture pubbliche dove sarà garantito il trattamento da parte della competente Unità operativa di nefrologia e dialisi. Infine continuano ad operare in regime ordinario i servizi di assistenza domiciliare integrata, e i laboratori di analisi, che comunque dovranno garantire le misure di contenimento del contagio.
Angelo Ruoppolo (Teleacras)