Il presidente della Regione interviene sul rispetto delle misure restrittive da parte dei siciliani, e sul peggio che tanti ritengono ormai trascorso. E le parole di Nello Musumeci sono: “Mi sento vicino ai milioni di siciliani costretti a rimanere a casa e che stanno dando una bella dimostrazione di disciplina e di civismo a tutti gli italiani. Se oggi i numeri ci danno ragione è perché sin dall’inizio abbiamo voluto seguire la linea del rigore e della prudenza. Se guardo ai numeri delle altre Regioni mi sento autorizzato a dire che il sistema sanitario siciliano ha retto e sta reggendo abbastanza bene. Ed è merito di una sana programmazione, ma anche di un appassionato impegno dei medici, degli infermieri e di tutti gli operatori sanitari. Anche loro alla prima esperienza. Certo non sono mancati anche in Sicilia episodi di carenze e qualche errore: ne faremo tesoro per il futuro, anche perché, lo ripeto, non è finita qui”.
Ancora nel frattempo, il piano sanitario regionale per l’emergenza, con i due traguardi del 10 e del 20 aprile da conseguire in ciascuna azienda sanitaria provinciale in termini di posti letto terapia intensiva e posti degenti covid, è tuttora in corso, senza alcun freno. E Musumeci conferma: “Sì, ho voluto incontrare a Palermo tutti i direttori generali della sanità regionale, ai quali ho raccomandato di proseguire nella realizzazione del piano emergenziale. Sempre pronti al peggio. Il presente è il risultato del lavoro di settimane di confronto tra buona politica e competenza scientifica. E’ ovvio che dobbiamo subito iniziare a preparare un piano per il giorno dopo l’emergenza, perché questa stagione deve insegnare a tutti che la sanità non può essere fatta solo di tagli”.
E poi, ancora, in riferimento alla prospettiva del quando e del come la cosiddetta “fase 2” dopo l’emergenza, Musumeci prospetta: “Non sono i decreti governativi a decidere quando si passerà alla ‘fase 2’, ma i numeri del contagio. L’ho detto al presidente Conte. Serve tuttavia una prudente graduale riapertura, almeno per quei cantieri di lavori pubblici che non comportano assembramento di operai e nel rispetto delle distanze. Se al Nord si può continuare a lavorare per il ponte di Genova, non capisco perché in Sicilia non si possa fare lo stesso, specie sulle reti stradali e ferroviarie. Ma spero che presto si torni alla normalità. La nostra economia è in ginocchio, molte famiglie e le imprese vivono nel dramma. Abbiamo appena varato una Finanziaria che proporremo a breve all’Assemblea regionale: serve ad aiutare gli operatori economici, i professionisti, i lavoratori e le famiglie. E’ una iniezione di liquidità, per centinaia di milioni di euro. Assieme ad essa servono gli investimenti: al governo nazionale e all’Europa chiediamo perciò nuove regole per spendere più in fretta possibile e fare ripartire la nostra economia”.
Angelo Ruoppolo (Teleacras)