“Le CCIAA siciliane facciano uno sforzo straordinario per sostenere le imprese”.
A lanciare l’appello è il presidente di Confesercenti Sicilia, Vittorio Messina. “Il sistema camerale italiano – dice Messina – ha messo a punto un programma per fronteggiare l’emergenza attuale che sta duramente provando il nostro tessuto imprenditoriale e per programmare la ripartenza per il 2021 attraverso 12 linee di intervento articolate in funzione delle priorità e dei temi strategici individuati. Un programma che fa seguito al grande sforzo fatto dal sistema camerale a favore delle imprese con 300 milioni di contributi stanziati nel 2020. Sarebbe opportuno a tal proposito, tramite Unioncamere Sicilia, conoscere gli impegni assunti a favore delle imprese dell’Isola che con il loro contributo sostengono gli organismi regionali. Le linee d’intervento più urgenti sono state individuate nella trasformazione digitale, nell’internazionalizzazione, nella prevenzione delle crisi d’impresa e nel sostegno ai settori più colpiti come quello del turismo. Riguardo ai fattori di competitività nel medio periodo viene posta l’attenzione verso i giovani e il mondo del lavoro, verso la sostenibilità, verso lo sviluppo tecnologico, verso la semplificazione, verso le infrastrutture e l’imprenditoria femminile. Relativamente alle linee trasversali si guarda al monitoraggio e all’analisi economica e al piano di comunicazione marketing del sistema camerale. In buona sostanza il piano può costituire la base per un duraturo sviluppo della capacità camerale di promuovere una crescita più sostenibile sotto il profilo economico, ambientale e sociale”.
“Una grande opportunità per il mondo imprenditoriale – prosegue Messina – della quale difficilmente potrà trarne vantaggio il tessuto economico delle province di Agrigento, Caltanissetta e Trapani, considerato che la definizione dell’accorpamento tra le tre Camere di commercio si trova ancora in una posizione di stallo nonostante da tempo si faccia sapere che la Regione Siciliana è pronta ad esitare il decreto per la costituzione della nuova Camera. La presenza di commissari alla guida dei tre Enti camerali non consente infatti di interpretare lo spirito della riforma e di creare quel collegamento virtuoso tra le singole realtà portando a sintesi le esigenze dell’intera area.”