Crisi idrica, corteo di protesta il prossimo 2 agosto. Prima il sindaco, ora il Prefetto. Il bersaglio è sbagliato. La chiesa? Preghi di più…

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E’ organizzato per il prossimo 2 agosto. La scena è sempre quella; un gruppo di spiccata identità politica, quella sinistra che protesta ma che spesse volte sbaglia il bersaglio. Poi la chiesa, o rappresentanti di essa, la quale si avvicina pericolosamente ai “protestanti” di cui sopra. Il tutto con la scusa della crisi idrica. Come se la chiesa, per gridare al mondo intero il dramma idrico che sta vivendo l’intera comunità siciliana, abbia bisogno di essere spronata dal Partito Comunista.

Una ventina di giorni fa, il corteo, è andato a protestare sotto il Comune di Agrigento. Vittima da sacrificare il sindaco Franco Miccichè. Li, in quel posto, microfoni in mano e una serie di strali contro questo stato di cose. Mario è stato forse il più ascoltato. E forse anche il più applaudito. Anche lui, con la scusa di un dramma pubblico realmente esistente, accetta di buon grado applausi e consensi, come se alle prossime amministrative dovesse candidarsi. L’unico inghippo, se di inghippo si può parlare, è che a precedere quel nome, Mario, ci va quell’impercettibile parolina che fa…Don, oppure padre, oppure monsignor. Insomma tra un Mario e un Don Mario c’è una differenza abissale. Tutta un’altra musica.

Cosa importa se si indossa l’abito talare? Don Mario sta accanto la gente, quella stessa gente che oggi grida che manca l’acqua. Il classico passepartout che apre tutte le porte, anche quelle celestiali.

Dicevamo prima il Comune. Adesso il corteo, capitanato certamente da Don Mario, sposta le sue attenzioni verso la Prefettura ed al suo maggiore rappresentante, Sua Eccellenza il Prefetto.

Troppe voci, troppi lerci, troppi meschini ormai da diverso tempo sostengono che ad Agrigento manca lo Stato. Una accusa infamante che rende ampia giustificazione a chi si è votato ad imperitura castità di partecipare a cortei spiccatamente politicizzati; quasi un nulla osta, con la propria presenza in prima fila, a quel misero gruppo di balordi che getta fango sulle nostre Istituzioni. Vorremmo tanto sbagliarci, ma l’ingerenza della chiesa sembra sotto gli occhi di tutti.

Noi ovviamente non ci stiamo e non sosteniamo “cortei di protesta” del genere, sempre con la scusa della crisi idrica. Per quanto ci riguarda il Prefetto, il Questore e tutti quanti si stanno adoperando per trovare soluzioni, hanno la nostra stima e soprattutto tanta solidarietà allorquando vengono barbaramente e meschinamente attaccati da gentaglia che farebbe meglio a stare zitta, visti precedenti, situazioni e porcherie varie.

Ragione per cui per questo ennesimo corteo guidato da Don Mario Sorce, una accozzaglia di sigle sindacali, buona parte della chiesa, insieme alle sinistre, i nostri lettori non troveranno mai notizie ed immagini atte a promuovere improperi e disgrazie contri chi, al contrario, lavora alacremente e sommessamente 24 ore su 24 proprio per venire incontro ad una intera comunità. Non basta più dire: “La politica non c’entra, il problema dell’acqua è un problema di tutti!”

Sti cazzi, rispondiamo noi. Non è così. I comunisti protestino, i sindacati protestino, i movimenti nati come funghi nelle ultime ore protestino. La chiesa, invece di protestare, farebbe meglio a pregare, pregare, pregare. In silenzio, senza dirlo a nessuno, senza microfoni in mano, senza palchi. Insomma, come vorrebbe il Padreterno.

Lo Stato? Per noi lo Stato ad Agrigento c’è, si vede ed è presentissimo. Lo Stato (come dovrebbe fare la chiesa) lavora in silenzio, agisce, reagisce, fa di tutto per trovare soluzioni anche per un dramma così attuale che si chiama crisi idrica come nessuno di noi abbia mai visto.

Pertanto, non ce ne vogliano i nostri gentili lettori, questa redazione declina ogni diffusione di notizie su episodi grotteschi già visti venti giorni addietro e che verranno riproposti il prossimo 2 agosto.

Per quanto ci riguarda, ad Agrigento, lo Stato c’è.

Sia lodato Gesù Cristo.

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3 Thoughts to “Crisi idrica, corteo di protesta il prossimo 2 agosto. Prima il sindaco, ora il Prefetto. Il bersaglio è sbagliato. La chiesa? Preghi di più…”

  1. Viky

    Egregio direttore, se alla gente che paga le salatissime bollette idriche ricevendo in cambio un servizio scadente, togliamo anche il diritto a protestare pacificamente allora siamo arrivati. Se don Mario appoggia e guida le persone che protestano civilmente fa benissimo. Se la protesta è diretta verso la prefettura è solo perché la sede dell’Aica è fuori città ma la popolazione ha pienamente diritto di lamentarsi e protestare. Con il suo articolo, a mio modesto parere, lei ha veramente perso un’occasione, perché invece di appoggiare la giusta lamentela, difende la pessima gestione del servizio idrico, criticando chi protesta. I cittadini di Agrigento hanno sempre sopportato, cercando di aggirare l’ostacolo con cisterne e pompe idrauliche. Ora è veramente troppo. Quella poca acqua che si riesce a distribuire si perde spesso in rotture che, sebbene più volte segnalate, non vengono riparate. Ma se non sono in grado di gestire il problema perché non si dimettono? Direttori, ingegneri, presidenti della società di gestione che aspettano? Hanno timore di perdere lauti stipendi? Il problema, egregio, non sono i comunisti. Il problema acqua è di tutti ma la gestione politica è di quei pochi che stanno nella stanza dei bottoni.

    1. Lelio Castaldo

      “…difendo la pessima gestione del servizio idrico…”. Mi ascolti, lei non ha capito una sola parola del mio articolo. Dico una sola. Buona domenica!!!

  2. Giuseppe Milioto

    Caro direttore, la lettura che ha dato della manifestazione del 2 Agosto e della partecipazione della Chiesa mi pare erronea. Non si protesta contro il Sindaco o contro il Prefetto ma per evidenziare un problema che sta facendo ritornare la città indietro di 50 anni. La Chiesa sta con gli ultimi, con i malati, con gli anziani del Centro Storico o dei quartieri come Giardina e Montaperto a cui non arriva l’acqua da 20 o più giorni. Un plauso va a Don Mario, al Cartello Sociale e a quelle associazioni da Lei erroneamente etichettate di un colore politico che porteranno in Piazza la voce di chi soffre. Saluti

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