Il capo della Protezione civile diffonde una circolare a sindaci e gestori del servizio idrico: “Temiamo il peggio. Cercate pozzi e comprate autobotti”. L’intervento di Salvo Cocina.
Il capo della Protezione civile regionale, Salvo Cocina, è molto pessimista. Non pioverà, la siccità si aggraverà, e l’unica ricetta di rimedio tampone sono la ricerca e l’attivazione di nuovi pozzi e il finanziamento dell’acquisto di nuove autobotti, razionando ancora di più la distribuzione idrica, soprattutto tra Agrigento, Caltanissetta ed Enna. E Cocina ha appena firmato una circolare, diffusa ai sindaci e agli enti che gestiscono il servizio idrico, affinchè si attivino per reperire e utilizzare il più possibile i pozzi. Cocina spiega: “La situazione è tragica. Abbiamo previsioni meteo a 15/20 giorni, ci sono stati temporali per il riscaldamento che non hanno fatto accumulare acqua, ma creato danni. Non ci sono stati miglioramenti della condizione idrica per il meteo. Agosto e settembre sono i mesi cruciali. Non basta un temporale per alimentare gli invasi, servono giorni per bagnare i terreni, a secco da mesi. Temiamo settembre: invasi e falde si prosciugano, il consumo è costante. Temiamo il peggioramento. L’acqua non si fabbrica. A fine agosto scatteranno nuovi razionamenti in assenza di piogge a Enna, Caltanissetta e Agrigento”.
Poi il capo della Protezione civile siciliana bacchetta e prosegue: “Gli enti preposti, sia regionali che comunali, e i gestori provinciali non sono riusciti a mitigare la crisi che già era strutturale, per gli sprechi dell’acqua, per le dighe non collaudate. I sindaci devono cercare soluzioni in proprio: requisire o comprare tutti i pozzi abbandonati, e dotarsi di autobotti. Noi le finanziamo. A livello precauzionale bisogna cercare pozzi, ce ne sono tanti abbandonati negli anni, anche a causa di una pompa che si guastava. Ci sono ancora risorse che possono essere attinte. Ci vuole l’azione di tutti quelli che conoscono il territorio e soprattutto è necessaria questa perfetta sintonia con sindaci e prefetti, per prevenire situazioni di tensione sociale degli agricoltori e dei cittadini” – conclude Cocina.
Nessun riferimento ai 90 milioni di euro sbandierati per i dissalatori di Porto Empedocle, Gela e Trapani, o all’intervento del Genio militare, o all’attenzione del ministro per la Protezione civile, Nello Musumeci, il quale, sollecitato anche dal Prefetto di Agrigento, dovrebbe comprendere, come ha sicuramente compreso, che la Protezione civile è tale in quanto organo preposto ad intervenire d’urgenza a fronte dell’emergenza. Altro che “tempi tecnici”. E quindi devono installare subito i dissalatori mobili o immobili nelle province costiere, liberando così risorse a terra per le province interne. Invece no: cercate pozzi e comprate le autobotti.
Angelo Ruoppolo (Teleacras)