La crisi idrica nella provincia agrigentina, lo stato attuale secondo Aica, i debiti verso Siciliacque, il caso delle reti del Voltano, i provvedimenti del Prefetto.
In provincia di Agrigento, tra le più dilaniate dalla crisi idrica in Sicilia, il direttore generale dell’Aica, l’Azienda idrica dei Comuni agrigentini, Claudio Guarneri, rassicura: “La situazione adesso sta migliorando, ma abbiamo vissuto una crisi idrica terrificante, tra le più gravi degli ultimi 50 anni. Mediamente l’acqua arriva ogni 5-7 giorni, però ci sono delle zone dove supera anche i 20 giorni, perché non c’è il flusso continuo di acqua 24 ore su 24”. Siciliacque, la società mista tra Italgas (75%) e Regione Sicilia (25%), ha tra le mani 13 acquedotti e 6 invasi artificiali nell’isola. E vanta un credito di 18 milioni di euro con l’Aica, già sotto decreto ingiuntivo. E Guarneri replica: “Abbiamo un decreto ingiuntivo dovuto ad alcuni Comuni che hanno degli arretrati da pagare, e delle difficoltà per la riscossione dai cittadini. Non abbiamo una fornitura idrica 24 ore su 24 come in tutta Italia, e non abbiamo la tecnologia e i contatori per tutti i cittadini, quindi non siamo nelle condizioni di diminuire il flusso al minimo per chi non paga. E, non potendo interrompere la fornitura perché andremmo incontro all’interruzione di pubblico servizio, diamo acqua anche a cittadini morosi e non paganti. Abbiamo impugnato il decreto ingiuntivo perché contestiamo la somma. In più riteniamo che Siciliacque non può rivenderci a costi esorbitanti la stessa acqua che prende dal nostro stesso territorio. Adesso, grazie al recupero di alcuni pozzi, arriveremo a risparmiare 4-5 milioni di euro annui, e potremo avere l’acqua a costi minori, rispetto ai 0,69 centesimi a metro cubo pagati a Siciliacque” – conclude Guarneri.
Il prefetto di Agrigento, Filippo Romano, con propria ordinanza, ha appena requisito le reti in uso al Consorzio del Voltano, che gestisce una parte della rete idrica, e le ha affidate all’Aica fino alla cessazione dello stato di emergenza. Tale ordinanza sarebbe motivata dalla opportunità di accentrare la gestione dell’acqua in un unico gestore fino a quando perdura la crisi. Il Voltano ha un debito nei confronti di Siciliacque. E Siciliacque ha deciso di ridurre l’erogazione al Voltano nel punto di consegna e carico in via Zunica, a Villaseta Agrigento, danneggiando anche il servizio di rifornimento con le autobotti. A fronte di ciò, l’amministratore unico del Voltano, Giancarlo Rosato, ha precisato: “La nostra società ha un’esposizione debitoria con Siciliacque già in parte sanata, e con un residuo di poco meno di 100.000 euro oggetto di un piano di rientro”. Ancora il prefetto Romano, a tampone del disastro, ha sospeso fino al prossimo 30 settembre le tre centrali idroelettriche di Enel: San Carlo, nel Comune di Burgio, e poi Favara e Poggiodiana, entrambe a Caltabellotta. Romano ha spiegato: “L’attuale grave siccità ha notevolmente ridotto la possibilità di attingimento dal bacino Gammauta. E gli agricoltori interessati alle forniture paventano, da tempo, il concreto rischio di disseccamento delle colture irrigue. Dunque, le esigenze dell’agricoltura sono da ritenersi, nell’attuale contingenza, prevalenti rispetto a quelle della produzione di energia elettrica”.
Angelo Ruoppolo (Teleacras)