Cutrò: “Sono un perseguitato politico”

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Ignazio Cutrò punta il dito contro l’indifferenza dello Stato Italiano. “Sono un perseguitato politico e chiedo asilo politico ad una nazione straniera”.

Altro, l’ennesimo, sfogo dell’imprenditore di Bivona e presidente dell’associazione Testimoni di Giustizia, Ignazio Cutrò. Verso di lui, a Cutrò, lo Stato Italiano è debitore, tra l’altro, delle dichiarazioni che hanno provocato sconquasso nelle famiglie mafiose dell’entroterra agrigentino. Ad esempio si ricorda l’inchiesta antimafia cosiddetta “Face Off”, e l’omonimo blitz dei Carabinieri del 15 luglio del 2008, con arresti fra Bivona, Santo Stefano di Quisquina, Cianciana ed Alessandria della Rocca. Lui, Cutrò, ha subito attentati incendiari, intimidazioni, ed è stato costretto a cessare la sua attività imprenditoriale perché nessuno gli affidato più delle commesse. Nel frattempo Cutrò più volte ha polemizzato col ministero dell’Interno per disfunzioni o restrizioni nella protezione di se stesso e dei suoi familiari. Il Procuratore nazionale antimafia, Federico Cafiero de Raho, ha appena dichiarato che “le persone a rischio, che hanno dato una collaborazione allo Stato, e hanno esposto i loro familiari, non possono essere dimenticate dallo Stato”. Ed a seguito di ciò, Ignazio Cutrò ha scritto un messaggio sulla propria pagina facebook. Così: “Buongiorno amici miei, in questo Paese non si parla più di antimafia, e neanche di testimoni di giustizia… sembra che ci sia la volontà di farci scomparire, oppure seppellirci con i problemi non personali, ma con problemi di una parte di politica assente, disattenta oppure non vorrei pensare da parte di alcuni la volontà di non risolvere i problemi che ogni singolo padre e madre di famiglia affronta dopo aver denunciato le mafie … viene lasciato al suo destino, destino crudele riservato ad una categoria che dovrebbe essere il fiore all’occhiello di un’intera nazione, invece mi sembra che ci sia un silenzio riservato alle vittime di mafia, magari sarà una mia sensazione… poi non parliamo di quelli come me che si sono messi contro una parte di sistema malato e poco attento verso chi denuncia!”. E poi ancora, Ignazio Cutrò conclude con una provocazione: “Abbiamo cercato di creare assieme ad altri sventurati come me, che io definisco compagni di viaggio, delle leggi per stimolare la denuncia. Oggi io mi posso definire un perseguitato politico, quindi chiedo asilo a qualsiasi nazione straniera voglia ospitarmi! In culo alla mafia”.

 

Angelo Ruoppolo (Teleacras)

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