Da Musumeci a Schifani

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Dopo la proclamazione si è insediato a palazzo d’Orleans il neo eletto presidente della Regione. L’intervento di Renato Schifani. Il commiato di Nello Musumeci.

L’ex presidente del Senato, adesso presidente della Regione Siciliana, dal palazzo di giustizia, suo posto di lavoro da avvocato, si è recato a palazzo d’Orleans, e dopo essere stato proclamato si è insediato. Lo ha salutato Nello Musumeci. Renato Schifani gli ha stretto la mano. E così anche sua moglie, Franca. E, ricordando i trascorsi a palazzo Madama da seconda carica dello Stato, dove adesso sul primo scranno siede il suo conterraneo Ignazio La Russa, ha commentato: “Per la seconda volta, nella storia della mia vita politica, sono chiamato a ricoprire un alto ruolo, come avvenne per la carica di presidente del Senato. Ho assunto questo incarico con la consapevolezza di dire sì per amore della mia terra, che ha bisogno di un governo unito e stabile e che avrà un governo di riferimento in quello nazionale. Sento in me la responsabilità di diventarne portavoce. Non avrei mai accettato di candidarmi a governatore se non avessi avuto la consapevolezza che potesse essere accolta benevolmente dal presidente Musumeci”. E Nello Musumeci, adesso lui a palazzo Madama da senatore, si è congedato così: “Siamo al commiato, con la gioia di passare le consegne al presidente Renato Schifani, la cui candidatura ha subito ricevuto la condivisione dei leader di tutte le forze politiche della maggioranza. E’ un momento anche di ringraziamento, prima di tutto alle forze politiche che in questi cinque anni hanno sostenuto la mia attività, con un governo che non ha mai subito un giorno di crisi. Abbiamo governato per cinque anni con quasi tutti gli stessi assessori della prima ora. Lascio una Regione con le carte in regola, con tante cose ancora da fare, tante avviate, e tante che non abbiamo avuto neppure il tempo di avviare. E’ una Regione che ha ritrovato decoro e credibilità istituzionale e che ha misurato con orgoglio la sua efficienza. Abbiamo compiuto in questi cinque anni un lavoro straordinario mettendo nel conto anche due anni di terribile pandemia. Nessun altro – e non è superbia ma sereno giudizio – in questo contesto, e con queste risorse umane e strumentali, avrebbe potuto fare di più”. E Schifani gli ha replicato: “Mi hai lasciato in eredità la raccomandazione a non accettare mai accordi al ribasso. E ti garantisco che non accetterò mai compromessi che possano costituire danno ai siciliani e alla trasparenza. Sarò aperto al dialogo con tutti, con la maggioranza e con l’opposizione. Obbedirò quotidianamente ai canoni dell’onestà, della trasparenza, del dialogo, del confronto ma anche della decisione. Questa terra ha bisogno di proseguire un percorso di crescita economica iniziato dal governo Musumeci”. Poi, ancora in continuità con il suo predecessore, Schifani ha ribadito l’ok ai termovalorizzatori: “Il tema dei rifiuti rischia di esplodere da un minuto all’altro perchè certa politica, obbedendo in passato spesso a demagogie, ha finito per bloccare lo sviluppo. Occorre sempre un equilibrio tra lo sviluppo e la tutela dell’ambiente. Ormai siamo arrivati a un punto di svolta: non possiamo fare a meno dei termovalorizzatori”. Poi, la prima grana di carattere non amministrativo ma politico, ovvero la formazione della giunta, e Renato Schifani ha prospettato: “I tempi sono medio – lunghi, lavoreremo perché ci sia una rappresentanza legittimata dal popolo. Ci può essere l’eccezione alla regola purché quella eccezione rispetti certe regole. Mi impegnerò affinché la futura giunta sia frutto di concertazione tra tutte le forze di maggioranza”. E poi, Schifani, sibillino, ha concluso: “Non temo il futuro. Ho vissuto accanto ad una persona che si chiama Silvio Berlusconi che ha governato il Paese e che ha vissuto aspetti difficili per aspetti giudiziari. So che vuole dire governare in un momento di mancanza di serenità e preoccupazione. Ho visto quell’uomo continuare a preoccuparsi dello Stato. Non mi farò intimidire da certi ‘personaggini’ che cominciano ad aleggiare”.

Angelo Ruoppolo (Teleacras)

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