Dal vangelo secondo Matteo, capitolo primo

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Le dichiarazioni inedite emerse dal verbale dell’interrogatorio di Matteo Messina Denaro del 7 luglio appena depositato al processo a carico di Laura Bonafede.

Dal verbale dell’interrogatorio di Matteo Messina Denaro del 7 luglio scorso, depositato al processo in corso a carico della sua presunta fiancheggiatrice, Laura Bonafede, emergono circostanze già note e altre no. Ad esempio inedite finora sono state alcune riflessioni di Messina Denaro sul suo arresto e sull’auspicata sua collaborazione con la Giustizia.

Ecco quanto dichiara innanzi ai magistrati che lo ascoltano: “Sono alla fine della mia vita, ma il punto è che io non sono il tipo di persona – e mi creda che è la verità, non me ne può fottere più niente – non sono il tipo di persona che vengo da lei e mi metto a parlare dell’omicidio, per rovinare a X, Y, non ha senso nel mio mondo, mi spiego? Non sono interessato, poi nella vita mai dire mai, intendiamoci. Io non sono stato mai un assolutista, nel senso che non è che perché dico una cosa sarà sempre quella. Io nella mia vita ho cambiato tante volte idea, però con delle basi solide”.

Poi su latitanza e cattura si rammarica: “Io ho una famiglia rovinata, ma alla fin fine quale colpa ho avuto io? Posso avere colpe personali: impiccatemi, datemi tutti gli ergastoli che volete, ma che la mia famiglia stia pagando da una vita questo tipo di rapporto con me, perchè mi viene sorella o mi viene fratello?… Non sto facendo nessun atto di accusa, ma mi avete distrutto una famiglia, rasa al suolo, case distrutte, mobili fatti a pezzettini… mia mamma è latitante o mafiosa? Cioè dove lo volete trovare un dialogo, quando ci sono questi comportamenti?”. Poi Matteo Messina Denaro si riferisce al suo ruolo e alla sua personalità mafiosa, così: “Io sono sempre stato, in quella che voi ritenete mafiosità, una garanzia per tutti. Non ho mai rubato niente a nessuno. Parlo del mio ambiente, non ho mai cercato di prevaricare, nè in ascese di potere, nè per soldi”.

Poi Matteo Messina Denaro spiega come si è dissolto il suo sospetto di essere stato catturato perché tradito. E dichiara: “Con la mia mente ho ricostruito come è stato tutto il discorso: so che non c’è stato nessun traditore. La mattina che mi hanno arrestato ovviamente la prima cosa che uno pensa è che qualcuno ha tradito: è stato tradito Gesù Cristo… ho letto le carte e oltre a leggere le carte mi sono fatto pure una logica che non lo sapeva nessuno di questo mio male, a parte le persone interessate cioè io, Andrea Bonafede, quello senza capelli, e solo se era pazzo si poteva mettere a dirlo perché capiva che poteva essere arrestato. Lo sapeva una terza persona: gliel’ho detto a questa mia sorella, Rosalia… mia sorella è lo stesso che essere io perché se non abbiamo fiducia in ciascuno di noi… Non voglio sminuire il lavoro dei Carabinieri: il punto è che io mi sono seduto in macchina e ho capito subito che per me era finita perché già per essere voi alla clinica ‘Maddalena’ avevate tutto di me, fotografie, nome, dove andavo prima… a meno che non me ne andavo in un altro luogo che voi non sapevate”.

Domanda: “Vi sono stati altri posti?” Risposta: “Ma io, secondo lei, uno che è nelle mie condizioni ha un posto solo? E’ ovvio, non intendo risponderle a questo aspetto, sono stato sfortunato per la malattia ma essere scemo totale…”. Domanda: “Li conosce qualcun altro questi posti?” Risposta: “Senta una cosa, quando si vive come vivevo io… poi ognuno la latitanza se la gestisce nel modo che più ritiene opportuno… però ci sono delle strategie se no non hai dove andare. Se lei non è un professionista si stia a casa… mi avete preso per la malattia e per un errore mio: dirlo a mia sorella… perché non volevo farmi trovare morto e nessuno in famiglia sapeva niente. Che senso ha? Allora per tenermi riservato che cosa faccio? Lo dico soltanto a una persona, in modo che sapesse che potesse essere questione di tempo: che senso ha leggere il giornale: viene trovato morto?”. E poi Matteo Messina Denaro rimarca: “Lei pensava di trovare un Rambo e invece ha visto cosa ha trovato? Niente ha trovato. E’ una battuta. Mi avete preso per il male, altrimenti non mi prendevate”.

Angelo Ruoppolo (Teleacras)

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