Del perché ad Agrigento non possa attuarsi ciò che in altre parti d’Italia è la normalità è domanda che più volte mi sono posto ed alla quale forse inconsciamente non sono mai riuscito a dare una risposta proprio perché la conclusione potrebbe essere un pugno allo stomaco per tanti che insieme a me ancora si battono per la trasparenza e la legalità.
Avevamo in illo tempore chiesto più volte il rispetto delle Leggi e dei regolamenti, oggi a leggere la “DELIBERAZIONE DELLA GIUNTA COMUNALE N. 08 DEL 27/01/2021 OGGETTO: Attribuzione toponimi ad aree di circolazione della Città.”, ci appare ancora più chiaro ciò che è accaduto ad Agrigento dal Maggio del 2015 all’ottobre scorso, cioè, che Leggi, Regolamenti, Norme e qualsivoglia dettato Pubblico, sono stati disattesi, calpestati e volgarmente offesi e vilipesi.
Ecco cosa dettano le norme sulla intitolazione di strade o per quanto altro appresso citato: che l’art. 10, comma 1 della legge n. 1228/1954 (Ordinamento delle anagrafi della popolazione residente)
prevede che il Comune provvede alla indicazione dell’onomastica stradale e della numerazione civica;
che l’art. 41 del D.P.R. n. 223 prevede che:
ogni area di circolazione deve avere una propria distinta denominazione da indicarsi su targhe di materiale
resistente;
costituisce area di circolazione ogni spazio (piazza, piazzale, via, viale, vicolo, largo, calle e simili) del suolo
pubblico o aperto al pubblico destinato alla viabilità;
l’attribuzione dei nomi deve essere effettuata secondo le norme di cui al Regio Decreto –Legge 10 maggio
1923, n. 1158, convertito in legge 17 aprile 1925, n. 473 ed alla legge 23 giugno 1927, n. 1188, in quanto
applicabili;
in caso di cambiamento di denominazione dell’area di circolazione deve essere indicata anche la precedente
denominazione;
nell’ambito del territorio comunale non può essere attribuita una stessa denominazione ad aree dello stesso
tipo, anche se comprese in frazioni amministrative diverse;
che l’art. 10, comma 1 della legge n. 1228/1954 (Ordinamento delle anagrafi della popolazione residente)
prevede che il Comune provvede alla indicazione dell’onomastica stradale e della numerazione civica;
che il R.D. n. 1158/1923 stabilisce all’art. 1 che le amministrazioni municipali, qualora intendano mutare il nome di qualcuna delle vecchie strade o piazze comunali dovranno chiedere preventivamente l’approvazione del Ministero della P.I. per il tramite delle competenti soprintendenze ai monumenti;
che la legge n. 1188/1927 stabilisce che:
nessuna denominazione può essere attribuita a nuove strade e piazze pubbliche senza autorizzazione del
Prefetto, udito il parere della Deputazione di storia patria, o, dove questa manchi, della Società storica del
luogo o della regione;
nessuna strada o piazza pubblica può essere denominata a persone che non siano decedute da almeno dieci
anni;
nessun monumento, lapide ed altro ricordo permanente può essere dedicato, in luogo pubblico od aperto al
pubblico, a persone che non siano decedute da almeno dieci anni. Rispetto al luogo deve sentirsi il parere
della Commissione provinciale per la conservazione dei monumenti. Tali disposizioni non si applicano ai
monumenti, lapidi o ricordi situati nei cimiteri, né a quelli dedicati nelle chiese a dignitari ecclesiastici od a
benefattori;
le disposizioni degli artt. 2 e 3, primo comma, non si applicano a caduti di guerra o per la causa nazionale. E’
inoltre in facoltà del Ministero per l’Interno di consentire la deroga alle suindicate disposizioni in casi
eccezionali, quando si tratti di persone che abbiano benemeritato della nazione;
Signor Sindaco, sappiamo che con la nostra Lettera richiesta saremo anche impopolari come spesso ci accade nelle nostre battaglie (purtroppo spesso a ragion veduta), con la presente, le chiediamo, proprio per il rispetto delle Leggi ed il ripristino della Legalità, di volere con urgenza disporre in merito alla collocazione della statua dello scrittore “empedoclino” Andrea Camilleri, magari, così come dettano le Leggi Vigenti, sentito il parere della Prefettura o del Ministero dell’Interno.
Lo dichiara il presidente del Movimento Mani Libere Giuseppe Di Rosa.
È un problema serio. Uno dei più seri della città!