E’ un macabro rituale, al quale si rischia di assuefarsi. Ancora altre bare di migranti morti al porto di Porto Empedocle, appena trasferite da Lampedusa, dopo un naufragio nel Mediterraneo centrale, dove è intervenuta una nave ong e poi la Guardia costiera italiana che ha trasbordato i superstiti, e rimorchiato i 10 cadaveri nel barchino, tutti uomini di varia nazionalità, tra i 18 e i 30 anni, trovati nella stiva, forse vittime delle esalazioni tossiche del motore e del carburante. All’alba di oggi quattro carri funebri hanno sbarcato dal traghetto “Cossyra Catania” le salme, dirette per la tumulazione in cimiteri delle province di Agrigento, Caltanissetta ed Enna: 3 a Centuripe, 3 a Villarosa, e 4 a Bompensiere, Mussomeli, Campobello di Licata e Castrofilippo. Da inizio anno, secondo i dati dell’Organizzazione mondiale per le migrazioni, sono morte 823 persone durante l’attraversamento del Canale di Sicilia verso l’Europa. Tanti altri si stima siano morti in naufragi fantasma, di cui non vi è stata traccia né notizia.
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