La Corte di appello di Palermo, accogliendo le richieste degli Avv.ti Maria Lina Faraci e Basilio Milio, in riforma della sentenza di primo grado emessa dal Tribunale di Agrigento, ha assolto la Danile Giuseppina (di anni 50 oggi direttrice ACI), dai reati di tentata truffa e sostituzione di persona, per non aver commesso il fatto, con conseguente revoca del pagamento di € 5.000,00, precedentemente disposto dal giudice di primo grado, in favore della Puma Stefania parte civile costituita a mezzo dell’Avv. Francesca Picone.
Nel giudizio di primo grado la Danile era accusata di aver tentato di richiedere un finanziamento di € 15.000,00 a nome della Puma Stefania con indicazione del proprio Iban dove ricevere l’accredito.
Accusa che scaturiva da una denuncia contro ignoti presentata dalla Puma Stefania nel marzo del 2014, per essersi vista recapitare una richiesta di finanziamento avanzata all’Agos Ducato mediante compilazione di un modulo on line, a proprio nome con allegata la patente di guida della Puma e indicato il numero del conto corrente della Danile ove il finanziamento sarebbe dovuto confluire.
La Giuseppina Danile all’epoca dei fatti era impiegata del Pra (Pubblico registro automobilistico) medesimo ufficio ove lavorava e lavora tutt’ora anche la Puma Stefania
La Danile nonostante avesse respinto le accuse, provando di non essere lei l’autore della richiesta di finanziamento nonostante fosse stato indicato il conto corrente della stessa, ma di essere anch’essa vittima di actio criminis da parte di ignoti, era stata condannata dal giudice monocratico-Dott. Giuseppe Sciarrotta- alla pena cinque mesi di reclusione oltre che al pagamento in favore della Puma Stefania, che si era costituita parte civile con l’assistenza dell’avvocato Francesca Picone, al pagamento di euro cinquemila.
Contestando ogni accusa la Danile aveva proposto Appello a mezzo dei difensori Avv.ti Maria Lina Faraci e Basilio Milio. La Corte di Appello di Palermo ribaltando la decisione del Tribunale di Agrigento, ha ritenuto la totale estraneità, della Danile, ai contestati fatti, sia nella compilazione del modulo sia nella richiesta del finanziamento, pronunciando, in tal senso, sentenza di assoluzione per non aver commesso il fatto.