«Il risultato di tutto questo è che nelle carceri circolano troppi telefonini strumenti essenziali per capo clan e uomini di spicco della criminalità organizzata per continuare a comandare, ad impartire ordini ai territori e non certo per parlare con mogli e amanti» aggiunge Di Giacomo, segnalando che da tempo l’allarme sull’uso dei telefonini in carcere è stato lanciato da alcuni magistrati antimafia.
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