“Gli ho scaricato la pistola addosso”, ha ripetuto meccanicamente Giovanni Colombo stamattina, nell’interrogatorio reso al pm Ilaria De Somma e ai funzionari della Squadra mobile.
Secondo la dinamica illustrata dall’indagato reo confesso, i primi colpi della pistola Block usata dall’improvvisato sicario sarebbero stati sparati in aria: “Ho cercato di disperdere quelli che mi stavano aggredendo – ha detto Colombo – e in effetti gli spari hanno allontanato la maggior parte delle persone, ma non Antonino e Giacomo Lupo, che hanno continuato ad insultarmi e ad essere minacciosi contro di me, avvicinandosi per colpirmi. Ho avuto paura, gli ho sparato”.
I colpi andati a segno sono stati nove e non hanno lasciato scampo alle vittime. “Poi sono scappato a casa di un parente, che mi ha aiutato. Ho chiamato il mio avvocato e mi sono costituito”. Il giovane, assistito dall’avvocato Corrado Sinatra, ha anche fatto ritrovare l’arma del delitto, nascosta in una fioriera.
Ha spiegato pure di essersela procurata per motivi di sicurezza, perche’ da qualche tempo avrebbe avuto forti contrasti con un altro dei Lupo, Francesco, fratello di Giacomo e figlio di Antonino. Da un’ennesima discussione con lui e’ nato il litigio di ieri sera, culminato nel duplice delitto. La posizione dell’indagato andra’ ora sottoposta al Gip, che dovra’ decidere se convalidare il fermo.