FESTE: Vietate quelle nei locali aperti al pubblico e una forte raccomandazione per quelle nelle case private: se non si è conviventi non dovrebbero parteciparvi più di sei persone.
CERIMONIE: Per matrimoni, comunioni, cresime e funerali restano in vigore le regole dei protocolli già approvati per chiese e comuni ma viene messo un limite massimo di 30 persone per gli eventuali ricevimenti successivi.
ADDIO AL CALCETTO: Confermato anche lo stop agli sport amatoriali di contatto. Significa niente più partire tra amici che non siano regolamentate. Il Dpcm salva infatti gli sport a livello dilettantistico: potranno cioè continuare a svolgere le attività tutte quelle società che abbiano adottato protocolli per limitare i contagi.
NIENTE GITE: saranno vietate, finché la situazione non migliorerà, gite scolastiche, attività didattiche fuori sede e gemellaggi.
MOVIDA: Arriva anche la stretta annunciata sui luoghi di divertimento, per evitare assembramenti di giovani. Alle 21 scatterà dunque il divieto di sosta davanti a quei locali che non offrono posti a sedere mentre ristoranti, pub e locali che offrono servizio al tavolo dovranno chiudere a mezzanotte. Aumenteranno i controlli con la circolare del Viminale che ha ribadito l’invito a sanzionare quei bar, pub e ristoranti che offrono le proprie sale per «attività danzanti».
IN MILLE NEI PALAZZETTI: Il Dpcm interviene poi sulle regole per gli eventi sportivi. Non cambia nulla per gli stadi – dunque alle partite potranno continuare ad assistere non più di mille persone, anche per i campi di serie A – mentre la capienza dei palazzetti viene portata al 15%, anche se non si potrà andare oltre i mille spettatori. Salta dunque il limite delle 200 persone al chiuso.
CINEMA E TEATRI: Limite che invece resta per cinema, teatri e sale da concerto, come restano i mille spettatori all’aperto. In un primo momento si era parlato di un taglio per questi settori, ma è stato il ministro della Cultura Dario Franceschini dopo i numerosi appelli del mondo dello spettacolo, a fugare i dubbi. Confermati questi limiti con la conferma della possibilità delle regioni di derogare.
SMART WORKING: Il governo interviene sullo smart working, per potenziarlo e portarlo nella P.a. dall’attuale 50% al 60-70%, con un invito ad un rafforzamento anche nelle aziende private. Incentivo, quest’ultimo chiesto anche dall’Anci per decongestionare i trasporti.