Egregio signor Presidente…

Condividi

La ringrazio personalmente per la sua visita nella meravigliosa città di Agrigento che alcuni delinquenti, ladroni, pluripregiudicati e falliti cercano quotidianamente di infangarla senza alcuna pietà.

La sua presenza ad Agrigento (dinnanzi ad una folla tipica da derby di Milano) ha sancito verità definitive su una serie di circostanze che prima del suo avvento sembravano essere insuperabili. Fango a destra e a manca, suggerimenti, rimozioni immediate di Direttori, e “avvisi” che sanno tanto di vere e proprie intimidazioni mafiose di infimo ordine.

Per fortuna (per noi e non certo per loro) le sue spalle sono abbastanza grandi e robuste, tali da sopportare disumanamente anche video inqualificabili che circolano sui social, scellerati e privi di ogni briciolo di verità.

L’unica verità che che emerge da questi video (perchè non è un tizio solo che si scatena) è una abominevole accozzaglia di veleni, odio, tanto odio, voglia di vendette e futuri scenari dagli orizzonti catastrofici. Si legge dai loro occhi, tipici da invasati.

Purtroppo, Agrigento, presenta più di un Savonarola pronto a profetizzare sciagure vere e proprie urbi et orbi. Rubo con estrema felicità la “Savonaroliana” memoria al maestro del giornalismo siciliano, Giuseppe Sottile, capace (grazie alla sua esperienza) di scrivere in poche righe un capolavoro giornalistico che rispecchia fedelmente quella fradicia realtà agrigentina comandata da questo loschi figuri tanto danneggiati dalla propria vita. Profetizzano solo sciagure e catastrofi. E menomale che sono pochi, signor Presidente!

Ma Agrigento, gentile Presidente, non è solo Savonarola. Agrigento è intrisa nella sua quasi totalità da persone perbene, oneste, il cui unico obiettivo è quello di vedere migliorata la città che ha dato loro i natali. Non sputano fango, non profetizzano sciagure, non invocano manette per chicchessia, non pregano affinchè tutto deve andare storto. Agrigento, per loro, deve morire.

C’è un perchè a questi dati di fatto. Questa gentaglia, caro presidente, dalla vita ha avuto poco o nulla. Consideri che ci troviamo di fronte a fanghiglia che dell’odio ne ha fatto una ragione di vita; gentaglia che si svende per pochi spiccioli e attacca in modo inesorabile chi non ha rispettato quelli che originariamente erano dei patti politici, meglio contrassegnati come incarichi amministrativi, di Giunta e di Sottogoverni.

Gentaglia che ruba, che esce ed entra dalla galera che va predicando moralità attraverso i social. Si, signor presidente, è proprio così. Nella bella ma pazza Agrigento accade che un soggetto indossi la toga di avvocato per recarsi in tribunale dopo che questi è uscito caldo caldo dal letto di una cella carceraria. Si, signor presidente, è proprio così. Detenuti che di giorno, con tanto di toga, professano le leggi nelle aule dei tribunali e di notte tornano in cella per indossare quella camicia a righe con tanto di numero di riconoscimento.

Già, signor Presidente, lo so bene che in questo momento stenta a credere alle cose che sta leggendo, ma le assicuro che è proprio così. Agrigento è anche questa, signor Presidente, con le sue contraddizioni, con le sue bellezze, con le sue virtù e, ahimè, anche con le sue schifezze.

La sua presenza di oggi non sistema nulla, ma chiarisce alcuni aspetti che ritengo essere fondamentali per il futuro della nostra città soprattutto in vista di Agrigento Capitale della Cultura 2025, dalla fogna umana tanto “gastimiata e maledetta” affinchè questa importante manifestazione non abbia a verificarsi.

Fango, melma, disgrazie, arresti, minacce e sdegno totale la fanno da padrone. Persino le macumbe non hanno dato i risultati da loro sperati.

Seppur notevolmente in ritardo, lei stamattina ha continuato a dare garanzie a questa colossale opportunità che si presenta su un piatto di argento a tutti gli agrigentini onesti e perbene. L’avere ancora una volta provveduto ad inserire altre somme per Agrigento 2025 vuol dire che lei, prima di tutti, crede fortemente in questo evento. Del resto Agrigento Capitale non è una vittoria della sola Città dei Templi, ma dell’intera Sicilia che lei sta rappresentando degnamente.

Questione sanità. Ha fatto tanto rumore questa mattina l’assenza del dirigente generale del Dipartimento per la pianificazione strategica dell’assessorato alla Salute Salvatore Iacolino, politico di razza di Forza Italia e agrigentino purosangue.

Lei, gentile Presidente, saprà essere una ottima chioccia per sistemare qualche mal di pancia sorto all’interno del partito da lei fondato nella nostra Sicilia.

Non entriamo nel merito, non è un problema nostro. Ma se le polemiche sorte creano un certo fastidio all’interno della sanità agrigentina, tale circostanza diventa un vero rompicapo. Problemi che vogliono destabilizzare la figura di un Direttore Generale dell’Asp che, finalmente, sta facendo tanto di buono nel contesto di una sanità assai malata che ha sempre colpito la realtà agrigentina. La notizie è di ieri: l’Asp di Agrigento ha partorito il dato più importante degli ultimi 50 anni; è stata data serenità a quasi 400 famiglie che adesso guardano il futuro con l’ottimismo che meritano.

In questi giorni circola un video di un solito losco figuro attraverso il quale a lei viene chiesta la rimozione dei vertici apicali dell’Asp agrigentina. Il tutto perchè ci sono delle affinità tra i vertici dell’Asp e Forza Italia, quel partito da lei fondato con tanto orgoglio e che tanto viene odiato da quella sinistra italiana che voleva vedere morto il Cavaliere.

Il paradosso mi invita a usare una metafora che tanto metafora non è, ma non vorrei essere frainteso, gentile Presidente. Dicono che i turni per una visita oncologica variano da 7 a 15 settimane. Orribile questa cosa, signor Presidente, orribile. Ma, paradossalmente, possiamo tranquillamente asserire (senza smentita) che l’Asp agrigentina è fra le più “veloci” in questo settore rispetto a tutte le Asp italiane. Lo so, signor Presidente, è un paradosso, ma lei sa meglio di me che è così. Instancabili trasmissioni su Mediaset fanno drammaticamente notare che nei centri ospedalieri italiani più famosi (Roma, Milano, Bergamo, Firenze, Pavia) si devono aspettare turni di almeno un anno e mezzo. E lo abbiamo visto tutti, signor Presidente! Ci sono prenotazioni per visite oncologiche fissate alle 8,43 del 6 maggio 2026!

Vi prego di non tenere conto del paradosso di cui sopra, ma se proprio vogliamo cercare il pelo nell’uovo, subito questo è stato identificato.

E se al “balordo dei Templi”, (o fango incravattato, scelga lei Presidente) e alle faide interne si aggiungono al coro sputafango altri partiti politici che stanno facendo dello spunnapedi una non nobile ragione di vita, la situazione viene a complicarsi ancora di più. Il tutto nei confronti di una sanità agrigentina che sta salendo scalini positivi con tanta fatica.

C’è di più: stamattina, nel corso dell’incontro dei Dioscuri, l’onorevole Margherita La Rocca Ruvolo, in un suo brillante discorso, ha rivelato che Agrigento è la prima città siciliana ad avere il centro Metabolè, cioè un centro di riferimento per i disturbi dell’alimentazione; patologia, questa, che cresce sempre di più. Una eccellenza, questa, che boccia definitivamente i pazienti colpiti ad affidarsi ai viaggi della speranza verso il nord. Agrigento ha questa bella realtà.

Concludo signor Presidente. Continui a lavorare per come sta facendo; continui ad attenzionare la città di Agrigento come se fosse la sua; continui a mostrare interesse per le cose straordinarie che abbiamo ottenuto con tanta fatica. Ma soprattutto, signor Presidente, non dia retta a quella melma che le ho descritto sopra. Spero in un nostro prossimo incontro per renderle il quadro ancora più chiaro, con nomi, fatti, circostanze e assurdità. Quando le dirò chi predica moralità cosa è stato capace di fare sono certo che scoppieremo in una risata senza precedenti.

Agrigento è anche questa, signor presidente.

I migliori auguri di un sereno Natale e felice anno nuovo.

Notizie correlate

Leave a Comment