I giudici della prima sezione penale della Corte di Appello di Palermo, confermando il verdetto di primo grado del giudice del tribunale Ivana Vassallo, hanno condannato a quattro anni di reclusione Giuseppe Tuzzolino, collaboratore di giustizia poi sconfessato da alcune inchieste che lo hanno bollato come “falso pentito”, per aver calunniato il suo ex legale, l’avvocato Salvatore Pennica.
Tuzzolino rispondeva del reato di calunnia e, in particolare, di essersi inventato brogli commessi dal suo ex legale Salvatore Pennica, accusato falsamente di avere custodito su suo incarico, nel 2013, supporti informatici contenenti rivelazioni “scottanti” su politica, malaffare e corruzione a tutti i livelli. Pennica, che si e’ costituito parte civile ed e’ assistito dall’avvocato Francesco Mirabile, si vide arrivare la squadra mobile e la Dda nelle sue abitazioni e nel suo studio a caccia dei supporti informatici mai trovati perche’, sostiene l’accusa, neppure esistevano. Quel momento fu solo l’inizio della mancata carriera di collaboratore di giustizia di Tuzzolino, che, negli anni successivi, porto’ la Dda di Palermo a New York in un lussuoso albergo a caccia di un fantomatico hard disk contenente, addirittura, foto recentissime di Matteo Messina Denaro. Politici, funzionari, magistrati, professionisti: la lista delle persone accusate da Tuzzolino, prima che si accertasse che si trattava di invenzioni di sana pianta, riempi’ migliaia di pagine di verbali.
Tuzzolino, difeso dall’avvocato Menallo, otto anni fa fu sottoposto a fermo nell’ambito di un’indagine che ipotizzava una complessa truffa nel rilascio delle licenze edilizie a Palma. In seguito ammise le sue responsabilita’ e fece consistenti rivelazioni, fino all’improvviso declino con l’arresto nel 2017, a cui ha fatto seguito una condanna definitiva per calunnia e una serie infinita di processi per accuse analoghe.