500 mila euro sono stati chiesti da Giuseppe Arnone, ex consigliere comunale al processo di appello a carico di Calogero Sodano, accusato di concorso esterno in associazione mafiosa.
La prima elezione diretta per il sindaco di Agrigento, nel 1993, la seconda del 1997 nonchè le Europee del 1999 e le elezioni del 2001 per il parlamento, secondo il pg di Palermo Giuseppe Fici, furono condizionate dalla mafia che votò e fece eleggere (tranne in un caso, nel 1999) Calogero Sodano.
Il magistrato che rappresenta l’accusa al processo di appello, all’udienza precedente, ha chiesto di ribaltare la sentenza di primo grado, che lo assolveva, e condannarlo a 6 anni di reclusione per l’accusa di concorso esterno in associazione mafiosa.
L’ultima udienza è stata, invece, dedicata all’arringa di parte civile dell’avvocato Giulia Gaipa che ha illustrato il suo intervento in difesa di Arnone che sarebbe stato danneggiato in quanto quell’elezione, che perse per una manciata di voti, con tanto di beffa di brindisi in piena notte per un exit poll errato che lo dava per vincitore, sarebbe stata condizionata da un accordo fra Sodano e i clan.
Sodano, dopo essere stato eletto sindaco, avrebbe ricambiato il favore indirizzando a imprese legate alla mafia gli appalti per la costruzione del depuratore del Villaggio Peruzzo, per i lavori di urbanizzazione di Favara ovest e per la gestione dei rifiuti. Gli accordi per farsi eleggere sindaco per la seconda volta nel 1997, per candidarsi alle Europee nel 1999 e per approdare al Senato nel 2001 avrebbero avuto come contropartita l’affidamento dei lavori di riqualificazione di Villaseta e Monserrato al consorzio Ecoter, ritenuto vicino al boss Cesare Lombardozzi morto nel 2017.
Il legale di Arnone ha ricostruito tutti i passaggi probatori chiedendo di ribaltare il verdetto di primo grado che scagionava Sodano dalle accuse.