È davvero sorprendente (ma per certi versi neanche tanto) notare quanto sia lontano dalla realtà l’attuale governace cittadina rispetto alle difficoltà della gente e di un’intera comunità tanto da proporre e discutere nel prossimo consiglio comunale due punti che nulla hanno a
che fare con le urgenti difficoltà della Città.
Nonostante le innumerevoli emergenze di questa città, infatti, la giunta ed i suoi consiglieri di riferimento, supportati da un coinvolgimento inebriante di chiara matrice comunista (perché tale è il sindaco, i suoi fedelissimi consiglieri e buona parte degli assessori) ritengono prezioso, per la Città di Favara, introdurre nello Statuto comunale un, non meglio precisato, riferimento allo ius soli che dovrà impegnare la giunta a porre in essere iniziative tese a promuovere la cultura dello stesso concedendo la cittadinanza onoraria sulla scorta
di tale indirizzo.
Comprendo che per la sinistra svendere la cittadinanza sia una delle sue priorità ma dimenticano che, per mezzo di un consiglio comunale, non si possono stravolgere le regole della concessione della cittadinanza. Tale proposta, invero, fa parte del repertorio “copia ed incolla” dei partiti di sinistra e, di certo, non è quello che i cittadini favaresi si aspettavano per affrontare le gravi crisi sociali, oltre che strutturali ed economiche di Favara.
Sfugge, ancora, agli stessi che la materia è assolutamente sottratta alla competenza degli enti locali ed inserire il riferimento di tale principio per agevolare la concessione della cittadinanza “onoraria” appare una mera forzatura puramente ideologica posto che, la stessa, non attiene alla norma costitutiva del diritto stesso alla cittadinanza che può essere concessa soltanto nel rispetto della Legge e della Costituzione.
Una proposta assolutamente sterile e priva di qualsiasi fondamento normativo rispetto alle funzioni proprie e alle competenze dell’amministrazione comunale che, anzichè affrontare i temi legati ai precari, al servizio di raccolta dei rifiuti, al servizio idrico, al verde pubblico, alla riscossione dei tributi, a bandi europei, pensa di potere normare su argomenti che da sempre hanno diviso i parlamenti di tutto il mondo. La cittadinanza italiana è qualcosa di molto serio e non si può giocare a fare i legislatori con essa per mezzo di un’amministrazione locale che non ha le competenze per farlo. Lo ius soli automatico, alla nascita, non esiste più in nessun Paese europeo. Invero, il diritto comparato rispetto a questa materia ha privilegiato (com’è giusto che sia) il desiderio d’integrazione delle nuove generazioni che crescono in un dato paese e che, per questa ragione, lo sentono ormai come proprio.
La cittadinanza italiana va meritata e concessa solo a chi ama e rispetta la nostra cultura, la nostra costituzione e la nostra identità. Per questo i Padri Costituenti, primo fra tutti il nostro illustre concittadino Gaspare Ambrosini, si sono guardati bene dall’introdurre un principio sbagliato ed automatico, quale quello dello ius soli, che potrebbe addirittura risultare contrario agli interessi stessi di quanti nascono sul nostro territorio nazionale rispetto alle cittadinanze dei genitori. Sostenere che vi sono numerose comunità, non ultima quella legata ai profughi dell’ucraina,
per i quali il tema dell’accoglienza debba automaticamente legarsi a quello della cittadinanza significa non comprende il concetto dell’una rispetto all’altra. Significa generare confusione per compiacere alla sinistra di governo. Significa fare demagogia ideologica per portare a compimento programmi della sinistra più radicale ed è l’ultima cosa che serve a Favara in questo particolare momento storico. Se a questo si aggiunge la (contestuale) “preoccupazione” di cambiare nome alla Piazza Cavour in seno al medesimo consiglio comunale, i dubbi che siano lontani dalle esigenze dei cittadini diventano davvero preoccupanti.
Per questo sono personalmente convinto che la maggioranza dei consiglieri comunali vorrà dire no a questa proposta e spostare l’attenzione sui temi e le continue emergenze da risolvere, così come hanno chiesto di fare i cittadini affidando loro l’amministrazione.